Synopsis: Antigone

from Arthur Honegger


ATTO PRIMO
Eteocle e Polinice, i due figli di Edipo, sono caduti entrambi sotto le mura di Tebe nel duello mortale che li ha divisi: il nuovo re della città, Creon, ha proibito le esequie di Polinice, il traditore venuto a distruggere la patria. Davanti al palazzo di Edipo, Antigone invita inutilmente la sorella Isméne a ribellarsi con lei a questo decreto che offende la divinità: dovrà affrontare, da sola, il rischio di rendere i dovuti onori a Polinice. Ai vecchi del coro, dall’alto della sua sovranità Creon ribadisce il suo editto, sostenendone i validi motivi, allorché arriva una guardia e lo informa che uno sconosciuto ha cosparso di polvere il cadavere. La collera del re esplode, insieme a quella del corifeo, che intuisce una cospirazione attorno a sé. La guardia viene inviata alla ricerca del colpevole.

ATTO SECONDO
La guardia ritorna trascindando Antigone, che è stata scoperta mentre per la seconda volta gettava cenere sul corpo denudato di Polinice. Antigone ammette il proprio gesto e riconosce di sapere dell’editto di Creon; questi la condanna a morte. Hemon, figlio di Creon e innamorato di Antigone, riferisce al padre lo sconcerto suscitato in città dalla notizia della condanna e lo esorta alla clemenza. Creon non recede e anzi rivela l’intenzione di condannare Antigone a essere murata viva nel deserto. Mentre Antigone viene avviata alla sua pena, Tiresias si reca dal re, affermando che gli dèi sono sdegnati per la mancata sepoltura di Polinice. Tiresias predice a Creon che pagherà cadavere con cadavere, e che si leveranno contro di lui le città contaminate dal sacrilegio. Atterrito, Creon autorizza allora le esequie e ordina di liberare Antigone. Ma il messaggero sopraggiunge annunciando che Antigone si è impiccata e che Hemon, dopo essersi ribellato al padre, ha rivolto la propria spada verso se stesso.

ATTO TERZO
Mentre Creon avanza con il cadavere del figlio tra le braccia, un secondo messaggero dà notizia del suicidio di Euridice. Annientato dal dolore, Creon invoca la morte e piange la propria rovina, al cospetto di un coro apertamente ostile.