Synopsis: Capriccio

from Richard Strauss


L’opera, ambientata in un castello presso Parigi, «al tempo della riforma di Gluck» (avverte il libretto), si presenta, appunto, come una diffusa, ‘capricciosa’ discussione sui problemi del teatro: la contessa, padrona di casa, gli artisti Flamand e Olivier, il direttore del teatro, l’attrice Clairon discettano amabilmente di Gluck e del suo recitativo accompagnato, di Lully e Rameau, di Goldoni, di Diderot, di fine del bel canto italiano, di musica e danza, di messinscena, e soprattutto della superiorità o meno della musica rispetto alla poesia, materia, da sempre, motivo di riflessioni e polemiche tra compositori e librettisti. Ma parallelamente allo snodarsi della conversazione, vive un intreccio sentimentale che di quella contesa culturale è la concreta proiezione: il poeta e il compositore sono entrambi innamorati della contessa Madeleine. Olivier, in segno di affetto, le dedica un sonetto, che il rivale Flamand subito riveste di musica, e il brano diviene così l’emblema dell’indissolubilità delle due arti (Wort und Ton), ma anche il segno dell’incertezza, della non-volontà della donna a decidere fra i due spasimanti: sarà questo il tema del monologo della contessa che, musa ispiratrice di quel sonetto divenuto ormai cosa sua, alla fine dell’opera, rimanda la scelta tra il poeta e il musico al domani. E quando il dibattito, fra l’altro, si accende intorno al ridicolo di un’ennesima rappresentazione mitologica, ‘La nascita di Atena’, Strauss si fa portatore di una geniale, molto novecentesca controproposta (come già in Goldoni, come in Pirandello): soggetto di una nuova opera saranno le vicende di quella giornata vissute da tutti i presenti, cui il pubblico ha assistito. In questa trama raffinata e sottilmente intellettuale, sono anche inseriti numerosi episodi ‘di ripieno’, che offrono materiale alla discussione: il bellissimo sestetto per archi, che apre l’opera a mo’ di preludio e su cui gli ospiti iniziano a parlare; i ballerini che si esibiscono in varie danze; i due cantanti italiani che intonano un duetto amoroso del Metastasio e poi lo sviliscono sostituendone le parole.