Un contadino trova nel proprio campo un pestello d’oro e, tutto speranzoso in un ricco compenso, decide di consegnarlo al re; la sua saggia figliola tenta di metterlo in guardia contro questa ingenuità, dal momento che difficilmente il re potrà credere che il pestello sia stato rinvenuto senza mortaio e sospetterà il contadino di furto. Mentre il padre, rinchiuso in carcere come previsto, impreca contro i sovrani ingiusti e la sorte avversa, la figlia risolve tre enigmi che il re le propone per metterla alla prova. Affascinato dalla sua intelligenza, il re sposa la giovane, ma dopo qualche tempo decide di ripudiarla, infastidito dalla sua intromissione a favore di un asinaio, condannato a torto dallo stesso sovrano. Per non infierire, il re concede alla consorte di portare via con sé ciò che le è più caro, chiudendolo in una cassapanca che egli le dona; ma sarà proprio lui a venire addormentato dalla donna e adagiato nella cassapanca, dove si ritroverà al risveglio, quando la commozione imporrà, com’è naturale, il perdono reciproco.