Synopsis: Iphigénie en Aulide

from Christoph Willibald Gluck


Il soggetto della prima Iphigénie è tratto con alcune licenze da Racine. Nella località marina di Aulide, in Beozia, la flotta greca attende i venti favorevoli, che le consentano di far vela verso Troia. La bonaccia è in realtà causata dalla dea Diana, cui Agamennone ha giurato di sacrificare la propria figlia Ifigenia. L’aprirsi del sipario ci rivela l’angoscia del sovrano (“Diane impitoyable!” e, più avanti, “Peuvent-ils ordonner qu’un père”) e il suo progetto di evitare l’arrivo in Aulide della figlia, facendole credere che il promesso sposo Achille si sia invaghito di un’altra donna. Ifigenia ha però già raggiunto il campo greco, accompagnata dalla madre Clitennestra, e alla (falsa) notizia dell’infedeltà di Achille reagisce con dolore misto a rabbia (“Hélas! mon coeur sensible et tendre”); è lo stesso Achille a sciogliere l’equivoco, e l’atto si chiude con un duetto dei due promessi (“Ne doutez jamais de ma flamme”). Le nozze stanno per essere celebrate fra cori e danze, quando il messo Arcante svela a Ifigenia che presso l’altare la attende il padre per immolarla. La rivelazione suscita la collera di Achille e Clitennestra contro Agamennone; quest’ultimo, assalito dai rimorsi (“O toi, l’objet le plus aimable”), decide di non rispettare il giuramento. All’inizio del terzo atto la turba dei greci reclama a gran voce la vittima, mentre Ifigenia appare rassegnata al proprio destino (“Adieu, conservez dans votre âme”) e Clitennestra invoca per i greci inumani la punizione di Giove (“Jupiter, lance ta foudre”). Sulla riva del mare tutto è pronto per il sacrificio, ma Achille irrompe in scena con i propri guerrieri; nel generale tumulto si leva la voce del gran sacerdote Calcante, che rivela la volontà divina: Diana, colpita dalla virtù di Ifigenia, dall’amore materno di Clitennestra e dal valore di Achille, ha revocato il decreto di morte e acconsente finalmente alle nozze. Una seconda versione del finale, con l’intervento diretto della dea, fu approntata da Gluck e Gand-Leblanc du Rollet nel 1775, per dare maggior rilievo all’epilogo.