Synopsis: La Bohème

from Ruggero Leoncavallo


ATTO PRIMO
La scena iniziale, introdotta dai violini che mostrano graziosamente e agilmente i muscoli, è quella del caffè Momus, dove, tra una citazione da Bach e l’altra, Schaunard patteggia con l’oste per la sera della vigilia di Natale. Il pittore, il musicista, il poeta e il filosofo (che stavolta trova un raro dizionario cinese invece che una grammatica runica), piuttosto tipi che personaggi, stanno con Eufemia, innamorata persa di Alessandro (praticamente tutti i suoi interventi nell’opera ripetono poco più che il nome dell’amato Schaunard), Musette (cui Marcello si presenta parodiando il recitativo di Raul da Les Huguenots di Meyerbeer, invitato a smettere da Schaunard) e Mimì (che stavolta è bionda ed elogia Musette: Musette svaria sulla bocca viva): scherzano sul platonismo e alla fine paga Barbemouche, e non controvoglia e per inganno come Alcindoro, ma perché è amico dei bohémiens . Marcello seduce Musette, Rodolfo Mimì.

ATTO SECONDO
Quando Musette organizza la festa in cortile (in casa non può, l’ha fatta svuotare il suo già amante banchiere abbandonato), sappiamo finalmente che faccia ha il viscontino di Mimì, che non s’era mostrato sulla scena dell’altra Bohème , ma era intervenuto per sentito dire nell’azione. È un bel tipo che a Mimì, appena presa da Rodolfo, fa vedere quanto è poca cosa quel mondo. Durante la festa (Da quel suon soavemente) Musette, tra le proteste del vicinato che vuol dormire (siamo nel mese d’aprile, il 15, e il proverbio vuole che sia dolce il sonno), tra una parodia dello stile rossiniano, l’inno della Bohème , uno sciroppo d’orzata e un valzer cantato da Musetta si chiude l’atto.

ATTO TERZO
Nell’ottobre del 1838, tra la soffitta di Marcello e quella di Rodolfo, da dove si vede brillare la cupola degli Invalides (l’apertura cita il Tristan ). Musette dà l’addio a Marcello (È destin! Debbo andarmene) con un’aria drammatica e sconsolata dai colori bruniti, che in taluni punti va come una marcia funebre, mentre Eufemia e Mimì hanno già abbandonato i loro amanti. Mimì torna indietro proprio mentre Musette va via, e il duetto soprano-mezzosoprano è una lirica trattazione dell’andare e venire in amore, come è aspra trattazione delle ragioni dell’abbandono il dialogo seguente fra Marcello e Musette (Testa adorata; Va’ via, fantasma del passato!). Così, dopo il tono sostanzialmente comico dei primi due atti, si avvia tecnicamente il dramma di Bohème (e cambia anche il trattamento dell’orchestra, con lo scivolamento costante su registri narrativamente più cupi). Scompaiono gli alleggerimenti operettistici dei primi due atti in favore di una manipolazione drammatizzante dell’orchestra, con dense figure di accompagnamento soprattutto durante il dialogo fra Musette e Marcello. Deluso dall’esito di questo rapporto, anche Rodolfo si trattiene dal riallacciare relazione con Mimì.

ATTO QUARTO
A un anno esatto dall’inizio dei fatti: è la notte di Natale del 1838 nella soffitta di Rodolfo, dove ci sono il solito freddo e la solita penuria di viveri. Torna Mimì, che ha lasciato il visconte: ha freddo e fame, e voglia di Rodolfo. Anche Musette torna. Mimì muore, senza che mai se ne fosse sospettato il male.