Synopsis: L'Africaine

from Giacomo Meyerbeer


ATTO PRIMO
L’aula consiliare del re del Portogallo nella Lisbona d’inizio Cinquecento. In attesa di una seduta che si preannuncia importante, Inés, la figlia dell’ammiraglio Don Diego, confida ad Anna, amica prediletta, le sue pene per Vasco de Gama, partito con Bartolomeo Diaz alla volta del Capo delle Tempeste e mai più ritornato. Non può dimenticare le parole con cui il giovane, salutandola, le ha dichiarato amore eterno, e continua a sperare che un giorno lo rivedrà. Ma quando il padre le comunica che il re l’ha destinata in moglie al potente Don Pédro, Inés si decide a informarsi sulla sorte della spedizione e scopre che è fallita in un naufragio. Nell’aula, intanto, sono entrati i consiglieri: Don Pédro siede sul seggio presidenziale, Don Diego lo affianca; alla loro destra il grande Inquisitore, a sinistra Don Alvaro. Dopo la preghiera rituale dei vescovi, Don Pédro ribadisce che il re vuole conquistare nuove terre sulle rotte aperte da Colombo, ma non tutti concordano sull’opportunità dell’impresa. Don Alvaro propone allora che si ascolti l’unico superstite della spedizione di Bartolomeo Diaz, Vasco de Gama, appena rientrato a Lisbona. Il navigatore, che appare tra lo stupore dei presenti e soprattutto di Inés, si dice convinto che la conquista di altri lidi è ormai vicina e, per provarlo, presenta ai consiglieri una coppia di schiavi, Sélika e Nélusko, catturati oltremare. La sua audacia si scontra però con la diffidenza dell’Inquisitore e con la gelosia di Don Pédro: alla fine il Consiglio non soltanto nega a Vasco i mezzi per una seconda spedizione ma, giudicandolo un mentitore, lo fa imprigionare con i due schiavi.

ATTO SECONDO
Un carcere dell’Inquisizione. In fondo, un banco; al centro un pilastro massiccio su cui è appesa una carta geografica. Vasco dorme e sogna grandi imprese, sotto gli occhi vigili di Sélika che, segretamente innamorata di lui, cerca di proteggerlo dall’ira di Nélusko. A sua volta innamorato di Sélika, lo schiavo medita di uccidere l’uomo che ha preso il cuore della sua regina, tanto da indurla a dimenticare i doveri di sovrana (“Fille des rois”). Per compiacere il navigatore, la donna arriva persino a rivelargli la via per raggiungere la propria terra natale, «un’isola immensa, un suol diletto al ciel». Grato e lusingato, Vasco le promette quell’amore eterno già dichiarato a un’altra. Ma quando Inés si presenta in cella con l’ordine di scarcerazione, non esita a ritrattare e a cedere alla sua liberatrice la schiava africana. Nuovi affanni si preparano però per de Gama. Impossessatosi dei suoi appunti di viaggio, Don Pédro è pronto a salpare per il Capo delle Tempeste, guidato da Nélusko, che cerca vendetta, e accompagnato da Inés, che ha accettato di diventare sua moglie.

ATTO TERZO
Un bastimento in navigazione. Sopra coperta, Nélusko e un gruppo di marinai risvegliati dai primi raggi del sole; sotto coperta, Inés, circondata dalle donne del seguito, tra cui Sélika, e Don Pédro, seduto a un tavolo cosparso di mappe, bussole e strumenti marinari. La nave sta per doppiare il Capo delle Tempeste e la ciurma si unisce alla preghiera. Nélusko invece invoca il dio del mare (“Adamastor, roi des vagues profondes”), perché scagli su di loro la burrasca, costringendoli a deviare la rotta. Don Alvaro diffida dello schiavo che li guida, ma Don Pédro non sente ragioni: vuole l’onore di avere compiuto per primo il periplo dell’Africa. Speranza vana. Su un bianco veliero Vasco, che lo ha preceduto, viene a offrire aiuto ed esperienza. L’incontro è drammatico: Don Pédro ordina ai marinai di uccidere il navigatore; Sélika, per difenderlo, minaccia Inés con un pugnale; Vasco viene risparmiato, ma Sélika condannata a morte. In quel momento un’orda di indiani assalta il bastimento, i portoghesi muoiono o sono messi in fuga; in coperta Nélusko e Sélika assistono immobili alla strage. Quando la battaglia si placa, gli assalitori riconoscono nella schiava la loro regina.

ATTO QUARTO
Una spiaggia assolata, monumenti sontuosi, l’ingresso di un tempio indiano. Alla testa di un corteo di sacerdoti, il gran Bramino rende omaggio a Sélika: la popolazione danza esultante, la regina giura «per Brahma, per Vishnu e per Shiva» che nessuno straniero calpesterà mai la loro terra. Ma, mentre gli officianti stanno per entrare nel tempio, un sacerdote informa Nélusko che un portoghese è sopravvissuto: Vasco de Gama, naturalmente, in estasi davanti alla bellezza del luogo (“Beau paradis”). La felicità del navigatore è però breve: un gruppo di soldati lo raggiunge con l’ordine di giustiziarlo. Nuovamente Sélika viene in suo soccorso e, sfidando gli dèi, dice che Vasco è il suo sposo. Nélusko, chiamato a testimoniare il falso, con il cuore spezzato si piega alla volontà della regina, ma piange la propria sorte (“L’avoir tant adorée”). L’abnegazione di Sélika, le nozze celebrate tra «leggiadri fiori e aure olezzanti», il richiamo esaltante dell’ignoto inebriano Vasco, che dichiara il suo amore all’africana. Ma in lontananza si sente la voce di Inés: sogno, realtà o incubo persecutorio?

ATTO QUINTO
I giardini del palazzo reale, lussureggianti di alberi, fiori e frutti tropicali; Sélika e Inés sole in un drammatico colloquio che vedrà la portoghese vincitrice. L’epilogo è malinconico. La regina capisce che niente potrà legare a lei un uomo innamorato di un’altra donna, nemmeno i sogni di gloria, nemmeno il piacere dell’avventura. Così ordina che i due amanti siano imbarcati su una nave, perché possano fare ritorno in patria. Poi si allontana verso un promontorio per vedere Vasco un’ultima volta, come Didone il suo Enea. Lo perdona (“La raison m’abandonne”), coglie i fiori velenosi del manzanillo, l’albero minaccioso che domina il promontorio, li respira voluttuosamente e aspetta che le forze l’abbandonino. Muore tra le braccia di Nélusko, fedele sino alla fine.