Synopsis: Le Prophète

from Giacomo Meyerbeer


ATTO PRIMO
In Olanda, nei pressi di Dordrecht. La popolazione rurale celebra la serenità campestre (“La brise est muette”). La giovane orfanella Berthe è felice perché rivedrà presto l’amato Jean de Leyden (“Mon coeur s’élance et palpite”); ne incontra la madre Fidès, con la quale decide di recarsi dal conte d’Oberthal, signore feudale di Berthe, per chiedergli di lasciarla partire per sposarsi con Jean. Compaiono allora tre anabattisti, Zacharie, Jonas e Mathisen (terzetto “Ad nos, ad salutarem undam”): sono venuti a sobillare gli animi contro i locali feudatari, promettendo libertà, potere e ricchezza nel nome di Dio. Gli ingenui contadini accolgono entusiasti l’invito, ma l’apparizione del conte è sufficiente a incutere loro un timore reverenziale. Gli anabattisti vengono portati via dai soldati, mentre Berthe e Fidès implorano invano il conte di permettere la partenza della ragazza (duetto “Un jour, dans les flots de la Meuse”). Di fronte al suo rifiuto, la popolazione viene mossa allo sdegno, ma è impotente quando le due donne vengono arrestate. Il canto degli anabattisti risuona sinistro come promessa di vendetta.

ATTO SECONDO
In una locanda nei sobborghi di Leida. Jean attende preoccupato il ritorno della madre; giungono anche i tre anabattisti, che si meravigliano di fronte alla somiglianza tra Jean e l’immagine del re Davide venerata a Münster. Quando il ragazzo racconta loro di un sogno misterioso (“Sous les vastes arceaux d’un temple magnifique”), questi vi vedono la profezia del suo futuro regno e lo invitano a seguirli. Irrompe sulla scena Berthe, sfuggita al conte, che però la insegue con le sue truppe, dopo aver preso prigioniera Fidès. Jean, che ha nascosto la ragazza, sottoposto al ricatto del conte decide di consegnare Berthe in cambio della madre (Fidès: “Ah! mon fils, sois béni!”). Tuttavia, furente per questo ennesimo sopruso, presta finalmente ascolto agli anabattisti, accettando di partire con loro per la Germania come profeta eletto da Dio.

ATTO TERZO
Nell’accampamento degli anabattisti, in una foresta della Westfalia. I soldati, reduci dalla battaglia, radunano i ricchi prigionieri, raccolgono vettovaglie, danzano e pattinano. Alla tenda di Zacharie viene condotto il conte, catturato mentre si dirigeva a Münster. L’uomo, in incognito, finge di volersi unire agli anabattisti: gli viene fatto allora giurare di massacrare suo padre, governatore della città (Oberthal, Zacharie, Jonas: “Sous votre bannière”); ma, scoperta la sua identità, viene condannato a morte. Jean è intanto profondamente indeciso sull’azione intrapresa, timoroso per il destino di sua madre e di Berthe, che il conte dice trovarsi a Münster. Allora, sospesa la pena capitale al tiranno, Jean invoca il sostegno di Dio per conquistare la città. Esaltati dalle sue parole, soldati e popolo marciano alla volta di Münster, che appare in lontananza nel cielo terso.

ATTO QUARTO
La città è stata presa. Tra i cittadini, ormai succubi degli anabattisti, compare Fidès ridotta a mendicante (“Donnez, donnez pour une pauvre âme”). La donna incontra Berthe, e le racconta di aver appreso che Jean è morto a causa del profeta: giurano entrambe vendetta contro questo mostro. Nella cattedrale Jean viene intanto incoronato re (coro “Le voilà, le Roi Prophète”). Al termine della cerimonia, Fidès, che l’ha riconosciuto, si dichiara sua madre, suscitando con questa bestemmia le ire degli anabattisti. La donna, che si rende conto che l’insistenza sarebbe fatale a sé e al figlio, smentisce quanto ha detto e il tripudio generale riprende; Berthe, tuttavia, è ancora intenzionata a uccidere il profeta.

ATTO QUINTO
Gli anabattisti hanno deciso di consegnare Jean come capro espiatorio all’imperatore, che sta marciando verso Münster. Madre e figlio si riconciliano nella prigione dove Fidès è rinchiusa. Giunge anche Berthe, ma la sua speranza di felicità dura ben poco: quando la ragazza scopre che Jean è il profeta, rifiuta di perdonargli le atrocità di cui si è macchiato e si toglie la vita, trafiggendosi con un pugnale. In un salone del palazzo, gli anabattisti festeggiano il re profeta, mentre sta per compiersi il loro tradimento. Anche Jean ha però pensato di vendicarsi, ereditando un’idea di Berthe: mentre Oberthal, alla guida dei suoi soldati, irrompe nella sala, una tremenda esplosione ordinata dal profeta devasta tra fumo e fiamme la scena; la morte ricongiunge Fidès e suo figlio.