Synopsis: Rienzi, der letzte der Tribunen

from Richard Wagner


ATTO PRIMO
Roma, verso la metà del XIV secolo. In una strada, a capo di un drappello di seguaci, il patrizio Orsini tenta di rapire Irene, la sorella di Rienzi, che viene però messa in salvo da Stefano Colonna, sopraggiunto con i suoi uomini. Le due famiglie rivali degli Orsini e dei Colonna si scontrano e, mentre Adriano Colonna si prende cura della giovane, interviene il legato pontificio Raimondo nel vano tentativo di sedare il tumulto, che ha infine termine solo con l’intervento di Rienzi in persona. L’episodio gli offre l’occasione di pronunciare un appello, affinché l’ordine e la legge tornino a regnare a Roma; il popolo esulta, ma nel frattempo le famiglie nobili si sono già accordate per darsi battaglia l’indomani, fuori dalle porte della città. Rienzi allora mobilita il popolo: mentre i nobili combatteranno, il popolo dovrà chiudere le porte di Roma, affinché i nobili siano costretti a giurare obbedienza alla legge se vorranno rientrare. Il popolo giura fedeltà. A colloquio con Rienzi, che lo ringrazia per essere intervenuto in difesa della sorella, Adriano si mostra diviso tra il desiderio di combattere a fianco della sua famiglia contro gli Orsini e l’amore per la giovane. È l’alba: il suono di una tromba, il segnale convenuto, richiama il popolo, mentre l’organo della basilica del Laterano ne accompagna la preghiera. Rienzi incita il popolo a essere valoroso, mentre il capo plebeo Cecco del Vecchio gli offre la corona di Roma, che Rienzi tuttavia rifiuta, dichiarando di preferire il più modesto titolo di tribuno romano. Nel frattempo le fazioni nobili, chiuse fuori dalla città e in condizioni di netta minoranza, si sono accordate di fingere obbedienza alla legge.

ATTO SECONDO
Presso una grande sala del Campidoglio. Rienzi e i senatori ordinano ai messaggeri di riferire al popolo le notizie dell’elezione del tribuno e della sconfitta ‘diplomatica’ delle famiglie nobili, le quali, nel frattempo, tramano per riconquistare il potere perduto, decidendo di uccidere Rienzi. Adriano, che ha ascoltato i loro intrighi e ha inutilmente ricordato il vincolo del giuramento di obbedienza, viene allontanato dal padre. Intanto si forma spontaneamente un corteo popolare, che si dirige verso il Campidoglio per acclamare il tribuno. Rienzi, dopo aver salutato gli ambasciatori degli altri stati, dà dunque inizio alle celebrazioni per la sua elezione; ma, mentre ha luogo una pantomima in cinque parti (Introduzione, Danza di guerra, Lotta dei gladiatori, Entrata delle giovani vergini, Danza di festa), Adriano rivela al tribuno le fosche trame dei nobili, cosicché quando Orsini si avvicina per pugnalare Rienzi a tradimento, questi resta incolume perché nel frattempo ha indossato una tunica fatta di maglie di ferro. Il popolo grida vendetta e Rienzi proclama la condanna a morte per i traditori, che vengono condotti sul luogo dell’esecuzione. Adriano chiede però a Irene di intercedere presso il fratello, affinché conceda la grazia; la commovente perorazione tocca il cuore di Rienzi, che infine la accorda a patto che i nobili accettino di riconfermare il loro giuramento.

ATTO TERZO
La grande piazza del Foro. Il popolo, infuriato alla notizia che i nobili hanno nuovamente trasgredito i patti, riunitosi in un esercito imponente alle porte della città, attende istruzioni da Rienzi, che infine appare e ordina di prepararsi alla battaglia. Adriano è nuovamente incerto sul da farsi. Si odono squilli di tromba e rintocchi di campane; risuona una marcia militare. Rienzi lancia un appello di guerra, al quale il popolo risponde con un inno di battaglia. Adriano tenta di convincere Rienzi ad aspettare a scagliare il popolo contro i nobili: si recherà egli stesso da suo padre, Stefano Colonna, nel tentativo di indurlo a più miti consigli; ma questa volta Rienzi ignora il suo appello e dà inizio alla battaglia. Adriano, rimasto in compagnia di Irene, decide di abbandonare l’amata, ma viene da lei trattenuto, mentre si odono le litanie delle donne romane che pregano per i loro uomini, che infine tornano vittoriosi. Quando vengono portati i corpi di Orsini e di Colonna, morti in battaglia, Adriano si getta su quello del padre e si rivolge con dure parole d’accusa a Rienzi, che dapprima lo fa allontanare e poi comanda di far suonare le campane per celebrare la vittoria. Il corteo marcia in trionfo verso il Campidoglio.

ATTO QUARTO
La piazza di fronte alla basilica lateranense. Baroncelli, Cecco del Vecchio e altri cittadini romani discutono sul fatto che l’ambasciatore tedesco è stato richiamato in patria dall’imperatore. Si dice infatti che i nobili abbiano fatto giungere a quest’ultimo la notizia che Roma è nelle mani di un ribelle violento, così come hanno fatto sapere al Papa, ad Avignone, che Rienzi è un pericoloso eretico. Mentre ha luogo la cerimonia religiosa di ringraziamento, Adriano medita su come vendicarsi di Rienzi, ma vacilla quando lo vede giungere in compagnia della sorella Irene. Quando varca i gradini della chiesa, Rienzi viene maledetto da preti e monaci, mentre il legato pontificio Raimondo pronuncia contro di lui il bando papale di scomunica. Il popolo non sa cosa pensare, e si allontana lasciando soli Rienzi, Irene e Adriano, che tenta di convincere Irene a fuggire con lui, estendendosi la scomunica anche a coloro che rimarranno con Rienzi; ma Irene decide di ignorare l’appello dell’amato, che si allontana. Intanto risuona ancora il coro dei preti e dei monaci.

ATTO QUINTO
Una stanza del Campidoglio. Rienzi è inginocchiato in preghiera, nella speranza che il popolo non lo abbandoni; ma alla sopraggiunta Irene confida che solo due cose gli restano fedeli: il Cielo e la sorella. Quindi la esorta invano a fuggire da lui, onde evitare la scomunica. Giunge Adriano che, pur pentito del suo comportamento, tenta ancora di persuadere Irene a fuggire con lui; Irene è tuttavia ferma nel suo proposito di non abbandonare il fratello. Intanto il popolo si avvicina minacciosamente, armato di torce. Rienzi si affaccia sul balcone del Campidoglio e tenta di proclamare la sua innocenza; ma hanno la meglio Baroncelli e Cecco del Vecchio, che incitano i presenti a lapidare il tribuno e a bruciare il Campidoglio. Così avviene, e nel tentativo di mettere in salvo Rienzi e Irene, anche Adriano viene sopraffatto dal crollo dell’edificio.


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