ATTO PRIMO
Quadro primo . ‘La croix’. San Francesco, «plutôt petit, l’allure humble», cammina assieme a frate Léon ai piedi di una ripida altura su cui sorge una grande croce nera (la disposizione di scena richiede che il Santo assomigli al ritratto di Cimabue ad Assisi e si muova con i gesti degli affreschi di Giotto, sempre ad Assisi). Per tre volte il discepolo confessa la sua paura, e ogni volta San Francesco lo ammonisce che possedere le più grandi virtù non sarebbe la gioia perfetta. Infine, interrogato su quale sia la gioia perfetta, egli risponde spiegando come la si raggiunga attraverso l’emulazione della sofferenza del Cristo sulla croce. I due si allontanano mentre sulla scena rimane solo la croce illuminata. Quadro secondo . ‘Les Laudes’. San Francesco e altri fratelli pregano in ginocchio davanti all’altare di una piccola chiesa, accompagnati dal coro. San Francesco, rimasto solo, prega il Signore di fargli incontrare un lebbroso. Quadro terzo . ‘Le baiser au lépreux’. Nel lebbrosario, San Francesco incontra il lebbroso (il quale deve richiamare allo spettatore quello dipinto da Matthias Grünewald nella Pala di Isenheim). Mentre San Francesco cerca di mitigarne inutilmente l’amarezza, il lebbroso sente la voce dell’Angelo (“Lépreux, lépreux, lépreux, ton coeur t’accuse, ton coeur”). Chiedendogli perdono, San Francesco abbraccia il lebbroso, che guarisce miracolosamente.
ATTO SECONDO
Quadro primo . ‘L’ange voyageur’. È l’atto dell’angelo: al convento sul monte della Verna bussa una sera alla porta l’angelo, il cui costume deve riprodurre quello di una delle annunciazioni di frate Angelico. Scambiato per un pellegrino, l’angelo chiede di poter fare una domanda a frate Elia. Il vicario dell’ordine, disturbato nelle sue importanti occupazioni, risponde bruscamente allo sconosciuto buttandolo fuori, tra la costernazione di frate Massée. L’angelo bussa di nuovo e chiede a frate Bernard che ne pensa della predestinazione. Il frate risponde e a sua volta con una domanda, chiedendo quale sia il nome del pellegrino. L’angelo replica di non domandare il suo nome, e si allontana «con l’aria di danzare senza toccar terra», lasciando stupefatti i due frati. Quadro secondo . ‘L’ange musicien’. San Francesco loda il creato davanti alla grotta della Verna. Annunciato dal verso di un gheppio, l’angelo gli appare nel suo vero aspetto, con in braccio una viola. «Entends la musique de l’invisible», dice l’angelo cominciando a suonare. A poco a poco la visione dissolve e si avanza la notte, lasciando per terra svenuto San Francesco. Aiutato dai confratelli, il santo si riprende dall’estasi mistica provocata dalla musica. Quadro terzo . ‘La prêche aux oiseaux’. Nell’eremo di Carceri, lungo una stradina assolata che bordeggia un prato di quercie, San Francesco e frate Massée lodano la meraviglia del canto degli uccelli: la tortora, lo scricciolo, il pettirosso, la capinera... Di ciascuno il santo distingue i pregi, benedicendoli. Il tumultuoso concerto dei volatili si placa, e quattro gruppi di uccelli si dirigono verso i punti cardinali dell’orizzonte, disegnando nel cielo una croce.
ATTO TERZO
Quadro primo . ‘Les stigmates’. È l’atto della sofferenza. Nella notte, sull’aspra roccia del Sasso Spicco, San Francesco supplica Cristo di poter soffrire e amare come lui. Il coro invisibile dà corpo alla parola del Cristo: nel suo corpo Francesco rivivrà la Passione. Sulla scena appare la proiezione di una immensa croce nera. Cinque raggi luminosi conferiscono le stimmate a Francesco. Quadro secondo . ‘La mort et la nouvelle vie’. Nella piccola chiesa della Porziuncola, i confratelli sono inginocchiati attorno a San Francesco morente. Egli dà l’addio alle «créature de Temps, créature d’Espace», accompagnato dalla professione di fede dei discepoli. Visibile solo al santo, compare l’angelo insieme al lebbroso, morto santamente, venuti per assisterlo. Suonano le campane e Francesco muore, invocando la Musica e la Poesia che l’hanno guidato verso il Signore. Il coro avanza sul proscenio per affermare la fede nella resurrezione dei morti, mentre la luce che illumina il loculo vuoto dove giaceva il santo cresce sempre più intensa fino a diventare insostenibile.