Aroldo
Giuseppe Verdi
ITALIANO
Anticamera nella dimora d'Egberto che mette a vani appartamenti. Sopra una tavola è l'occorrente per iscrivere. Egberto entra pensoso per leggere uno scritto.
EGBERTO
Ei fugge!... e con tal foglio
Mina a seguirlo tenta!...
Infame!... egli s'invola a mia vendetta!...
O spada dell'onor che per tant'anni
Cingevi il fianco del guerriero antico,
E nei cimenti a lui mietevi gloria,
Vanne lungi da me... più non ti merto...
Getta la spada
Disonorato io son!... disonorato!...
E ch'è la vita mai senza l'onore?...
E un'onta... ebben si tolga...
Sì, sì un istante, e tutto sia finito...
S'appressa al labbro un anello, e poi s'arresta
Ma, lasciar tutto..:
Aroldo... la mia figlia!...
La mia colpevol figlia!... che!... una lagrima!
Lacrima il ciglio d'un soldato!... Oh quanto
Sei tu grande, o dolor!... mi strappi il pianto.
Mina, pensai che un angelo
In te mi desse il cielo,
Raggio d'amor purissimo
Degli anni miei sul gelo...
Stolto!... sognai!... sparita
La gioia è di mia vita;
Una innocente lacrima
Spirando non vedrò;
Solo seguace al feretro
Il disonore avrò.
Siede commosso e scrive