Pareami che sorto da lauto convito

I masnadieri von Giuseppe Verdi


ITALIANO

FRANCESCO
Pareami che sorto da lauto convito
dormissi fra l'ombre di lieto giardino:
Quand'ecco, percosso da sordo muggito,
mi sveglio,
ed in fiamme la terra m'appar:
E dentro quel fuoco squagliati, consunti
gli umani abituri . . ., poi sorgere un grido:
"O terra, rigetta dal grembo i defunti!
rigetta i defunti dal bartro, o mar!"
Ed ossa infinite coprir le pianure . . .
Fui tratto a quel punto
sui gioghi del Sina;
e tre m'abbagliaro splendenti figure . . .

ARMINIO
L'immagine questa dell'ultimo dì!

FRANCESCO
Armata la prima d'un codice arcano,
sclamava: "Infelice chi manca di fede!"
E l'altra, uno speglio recandosi in mano,
dicea: "La menzogna confondesi qui."
In alto una lance la terza librava,
gridando: "Venite, figliuoli d'Adamo."
E primo il mio nome
fra nembi tuonava,
che il Sina copriano d'un orrido vel.
Ogni ora, passando, d'un nuovo misfatto
gravava una coppa
che crebbe qual monte;
ma il sangue nell'altra del nostro riscatto
tenea la gran mole sospesa nel ciel.
Quand'ecco un vegliardo,
per fame distrutto.
Spiccosi una ciocca di bianchi capelli,
e dentro la tazza di colpe, di lutto
quel veglio a me noto la ciocca gittò.
Allor, cigolando, la coppa giù scese,
balzò l'avversaria sublime alle nubi,
e tosto una voce di tuono s'intese:
"Per te, maledetto, l'Uom Dio non penò."