Libretto: Alcina

von Georg Friedrich Haendel


ATTO PRIMO

Ballo

Luogo deserto chiuso da alti e scoscesi monti, a' piedi de' quali è cavato un picciolo antro.
Bradamante in abito virile guerriero, Melisso pure in abito guerriero.


BRADAMANTE
Oh dei! quivi non scorgo alcun sentiero!

MELISSO
Taci! Da quello speco donna, mi sembra,
ad incontrar ne viene.

MORGANA
esce dalla caverna
Qual felice ventura, animosi guerrieri,
a noi vi reca?

MELISSO
Il mar turbato, il vento qui ne sospinse.

BRADAMANTE
E a chi è 'I felice suolo?

MORGANA
Della possente Alcina, il regno è questo.

MELISSO
Oh! noi felici!

BRADAMANTE
Intesi il suo poter, la sua beltà.
Ma dinne, lice a noi d'inchinar
l'alta regina?

MORGANA
a Bradamante
Per te, nobil guerriero, un dolce amore
mi si desta nell'alma.
In questo loco attendetela sì: verrà fra poco.

O s'apre al riso,
o parla, o tace,
ha un non so che,
il tuo bel viso,
che troppo piace,

caro, al mio cor.


Parte.

S'ode strepito di tuoni, e folgori, apriendosi improvvisamente da più lati rovinando il monte: e dileguandosi, appare la deliciosa reggia di Alcina, d'ond'ella in atto di adornarsi siede presso a Ruggiero, che le sostiene al
volto uno specchio. Il giovinetto Oberto si tiene da un canto, pagi e damigelle, che le apprestano vari abbigliamenti. Altri giovani cavalieri e dame coronati di fiori formano il coro, ed il ballo.



CORO
Questo è il cielo de' contenti,
questo è il centro del goder;
qui è l'Eliso de' viventi,
qui l'eroi forma il placer.

Ballo

Bradamente e Melisso si arrestano alquanto ad ammirare la magnificenza del luoco, e delle feste.
Awanzando poi verso Alcina, Bradamente riconosce Ruggiero.


BRADAMANTE
sotto voce
Ecco l'infido.

MELISSO
sotto voce
Taci.
avanzando verso Alcina
Alta Reina, con Ricciardo guerriero,
Melisso a' piedi tuoi umil s'inchina.

ALCINA
Fu vostra sorte, amici,
al mio regno approdar.

MELISSO
Diam lode al cielo.
Ti preghiam che pietosa, sin che 'I mar
sia placato, ne permetti a restar.

ALCINA
Tanto mi è grato. E tu, odi Ruggiero,
anima mia, mostra or la mia reggia,
e caccie, e fonti. Veggan dove scoprimmo
all'ombra amica d'un scambievole amor,
fiamma pudica.

Di', cor mio, quanto t'amai,
mostra il bosco, il fonte, it rio,
dove tacqui e sospirai,
pria di chiederti mercé.

Dove fisso ne' miei rai,
sospirando al sospir mio,
mi dicesti con un sguardo:
peno, ed ardo al par dite.


Parte.

CORO
Sin per le vie del sole
una gloriosa prole
il volo sa drizzar.

OBERTO
Generosi guerrier, deh! per pietade,
udiste mai dei paladino Astolfo?

MELISSO
D'Astolfo?

BRADAMANTE
Del cugin?

MELISSO
Perché?

OBERTO
E' mio padre. Dal naufragio scampati
il genitor ed io quivi approdammo;
e la clemente Alcina generosa ne accolse,
anzi d'onori colmò il mio genitor.

MELISSO
Che arrivò poi?

BRADAMENTE
sotto voce a Melisso
Sarà con gli altri
in fera.

OBERTO
Più non lo trovo, e 'alma mia dispera.
Piange.

Chi m'insegna il caro padre?
Chi mi rende il genitor,
per far lieto questo cor?
M'abbandona la speranza;
langue in me bella costanza;
agitato è in me l'amor.


Parte.
Entra, furioso, Oronte.


BRADAMANTE
a Ruggiero
Mi ravvisi, Ruggier, dimmi?

RUGGIERO
Il tuo volto di Ricciardo rassembra.

BRADAMANTE
Io pur son quello,
germano alla tua cara Bradamante.

RUGGIERO
Mia? no: t'inganni. lo son d'Alcina amante.

MELISSO
Signor, tu senza il brando, e senza scudo?

RUGGIERO
Servo ad amor, che va senz'arme e nudo.

MELISSO
Della tua prima fama nulla curi?

BRADAMANTE
E la fede, che alta germana mia
di sposa desti?

RUGGIERO
sotto voce
E Alcina mia non vien?
a Bradamente e Melisso
Siete molesti.
a Bradamante
Dite mi rido, semplice stolto.
a Melisso
Sieguo Cupido, amo un bel volto,
né so mancar di fé.


Parte frettoloso.

ORONTE
a Bradamente
Qua dunque ne veniste, d'una donna
incostante a involarmi l'amor?
Grave è l'offesa...
tirando la spada
Decida il brando sol la ria contesa.

BRADAMANTE
Qual ingiuria, qual'onta, ricevesti da noi?


ORONTE
La spada il dica.

MORGANA
entrando frettolosa, a Bradamante
lo son tua difesa, io …
ad Oronte
… tua nemica.

BRADAMANTE
ad Oronte
E' gelosia,
a Morgana
Forza è d'amore,
ad Oronte
ch'il sen t'affanna,
a Morgana
che senti al core,
ad Oronte
ma quest'è ancora la pena mia,
a Morgana
ma pur tiranna la provo in sen.
ad Oronte
Per un bel volto,
che ne vien tolto,
tu mesto gemi;
a Morgana
noi ci sdegnamo
e tutti amiamo
senza mercé.

ORONTE
Io dunque...

MORGANA
Audace Oronte, in te ritorna, e riconcosci
ormai qual mi son, chi tu sei. Voglio, e
non voglio seguir quel che mi piace;
puoi tu forse vietarmi? Oronte audace!

ORONTE
La fè del giuramento?

MORGANA
La portò seco via rapido il vento.

ORONTE
Ma cara, la mia doglio?

MORGANA
Amar, e disamar quest è mia voglia.
Men vado, Oronte addio.


Parte



Camera, che guarda agli appartamenti di Alcina.
Ruggiero torna dal cercare.


RUGGIERO
La cerco invano,
e la crudel non torna.

ORONTE
entrando, fra sé
Nuovo inganno si trovi:
un geloso amator all'altro giovi.
a Ruggiero
Senti, Ruggiero, senti: e credi a' sguardi,
alla mentita frode d'Alcina tua?


RUGGIERO
Così favella Oronte?

ORONTE
Così. Tu sol non sai,
che chiudon queste selve
mille amanti infelici, conversi in onda,
in fredde rupi, in belve?

RUGGIERO
lo so ben di quai lacci
per me la strinse amore.

ORONTE
Il laccio è sciolto.

RUGGIERO
Me sol ama e desia.

ORONTE
Va, che sei stolto;
Ricciardo è l'idol suo.

RUGGIERO
Già di lui s'invaghi?

ORONTE
Lui solo adora:
e per lui cangeratti in belva ancora.

Semplicetto! a donna credi?
Se la vedi,
che ti mira,
che sospira,
pensa e di':
ingannar potrebbe ancor.

Oronte parte. Entra Alcina.

RUGGIERO
Ah! infedele, infedel! Questo è l'amore?

ALCINA
Mio tesoro, mio ben, anim mia!
chiami Alcina infedele?

RUGGIERO
Sì, ché lo sei, crudele.
Va, Ricciardo t'attende;
egli a' tuoi prieghi qui volse il pié;
quivi per te dimora.

ALCINA
Alla costanza mia così favella
il tuo core crudele?
E pur ti son fedel,
e pur son quella.

Sì, son quella,
non più bella,
non più cara
agli occhi tuoi;
ma se amar
tu non mi vuoi,
infedel, deh! non mi odiar.

Alcina parte. Entra Bradamante.

BRADAMANTE
a Ruggiero
Se nemico mi fossi, potresti peggio far?


RUGGIERO
Rival mi sei, t'odio, Ricciardo.

BRADAMANTE
Odii il german diletto della tua Bradamante?

RUGGIERO
E perciò t'odio ancor.

BRADAMANTE
Perfido amante, tu così mi dispreggi?

RUGGIERO
Forse d'amor vaneggi?

BRADAMANTE
Indegno amante!

RUGGIERO
Che favelli? ed a chi?

BRADAMANTE
Mirami, altero:
Bradamante così parla a Ruggiero.

Melisso entra inosservato.

RUGGIERO
Bradamante favella? Bradamante
in tal arme? Regina, sei tradita.

MELISSO
Eh! non è quella.

BRADAMANTE
Sì: va della tua maga
a espormi all'ira.

MELISSO
Ruggier, non l'ascoltar.

RUGGIERO
So che delira.
a Bradamante
La bocca vaga,
quell'occhio nero,
lo so, t'impiaga;
ma è fida ancora;
chi t'innamora
per te non è.

Va, che sei stolto;
cangia pensiero!
Piace quel volto,
ma datti pace,
non è per te.


Esce.

MELISSO
a Bradamante
A quai strani perigli
n'espone il tuo parlar.

BRADAMANTE
Nell'altrui mal,
facile è dar consigli.


Esce Melisso. Morgana entra di corsa.


MORGANA
a Bradamante
Fuggi, cor mio, ti affretta!
Al geloso Ruggiero
concesse alfin l'innamorata maga
in belva di cangiarti.

BRADAMANTE
Va, lo ritrova, e digli
che Alcina non desio, che amarla
non saprei: che ardo per altro volto.

MORGANA
Io volo; è 'I mio.

BRADAMANTE
fra sé
Dia l'inganno ristoro al mio gran duolo.

Escono in opposte direzioni. Torna Alcina.

ALCINA
Tiranna gelosia dell'amato Ruggier
tormenta il core,
e pur solo per lui mi strugge amore.

Tornami a vagheggiar,
te solo vuoi amar
quest'anima fedel,
caro mio bene.

Già ti donai il mio cor;
fido sarà il mio amor;
mai ti sarò crudel,
cara mia speme.



Gavotte I - Sarabanda - Menuetto - Gavotte II




ATTO SECONDO
Ricca e maestosa sala del palazzo incantato di Alcina.

Musette - Menuetto

RUGGIERO
Col celarvi a chi v'ama un momento,
care luci, crudeli voi siete!
lo vi cerco, e pur voi mi togliete
il contento, la speme d'un sguardo...

Entra Melisso nella forma di Atlante, che aveva educato Ruggiero.

MELISSO
Taci, taci, codardo.
Rimira il mio sembiante,
ed arrossisci in rivedere Atlante.

RUGGIERO
Oh! de' primi anni miei fedele educator.

MELISSO
Menti.

RUGGIERO
T'abbraccio.


Vuol abbracciarlo, ma viene respinto.

MELISSO
Vanne lunge; io ti scaccio,
molle, infame Ruggiero.
Così tu corrispondi
a tanti miei per te sofferti affanni?

RUGGIERO
Amor... dovere...

MELISSO
E poi?

RUGGIERO
Cortesia di gentil...

MELISSO
Segui.

RUGGIERO
Pietate...

MELISSO
Ti arresti, e ti confondi?
D'amor vile guerriero:
è questo della gloria il bel sentiero?

RUGGIERO
Un fato...

MELISSO
Questa in dito ora ti poni, verace gemma,
e se più a me non credi,
mira, Ruggiero, e la tua infamia vedi.

Non così tosto Melisso porge a Ruggiero l'anello stato già della grandissima maga Angelica, che la sala tutta si cangia in luoco orrido, e deserto.
Melisso in tanto riprende la sua prima forma.


RUGGIERO
Qual portento mi richiama
la mia mente a rischiarar?
Atlante, dove sei?

MELISSO
In quel sembiante presi per liberarti.

RUGGIERO
Ah! Bradamante!

MELISSO
A te appunto mi manda...

RUGGIERO
Or vanne ad Alcina. Dille pur,
che Ruggiero più non l'ama,
che 'I mio core ho tradito,
e la mia fama.

MELISSO
Il tuo sdegna fia caro a Bradamante.

RUGGIERO
Di' a questa, che l'adoro,
che bramo - e che far degg'io?

MELISSO
Ora rivesti tutte pria l'arme usate;
ma taci con Alcina, e fingi
il primo amore, il primo volto.
Mostra desio di caccia,
così fuga e salute a te procaccia.


Pensa a chi geme
d'amor piagata,
e sempre teme
abbbandonata,
crudel, da te.


Parte.

BRADAMANTE
entrando, a Ruggiero
Qual'odio ingiusto contro me?

RUGGIERO
Perdona, vinse la mia ragion
forza d'incanto.
Fin'ora vaneggiai; ecco, a me torno;
rompo l'indegno laccio;
e se rival mi sei, il tuo crudel destin
piango, e t'abbraccio.

BRADAMANTE
Ed è ver, mi rammembri?

RUGGIERO
Sì. Ah! fosse teco ancora,
l'adorata mia sposa, tua sorella.

BRADAMANTE
Ruggier, non mi conosci?
e pur son quella.

RUGGIERO
Numi! è ver? Bradamante!
Ma Bradamante! e come?
Un nuovo incanto, sì,
che d'Alcina è questo.
Va, insidiosa maga,
della mia donna amata tu mentir vuoi
la forma, e la favella.

BRADAMANTE
Crudel tu mi disacci, e pur son quella.

Vorrei vendicarmi
del perfido cor,
amor dammi l'armi,
m'appresta il furor.

Sei barbaro, ingrato,
ver chi per te langue;
ma prendi, spietato,
se vuoi anche il mio sangue.


Parte.

RUGGIERO
Chi scopre al mio pensiero,
se tradito pur son, o s'odi il vero?

Mi lusinga il dolce affetto
con 'aspetto
del mio bene.
Pur chi sa? temer conviene,
che m'inganni
amando ancor.
Ma se quella fosse mai
che adorai,
e l'abbandono;
infedele, ingrato io sono,
son crudele e traditor.



Luogo, che conduce ai giardini reali, con statua di Circe nel mezzo, che cangia
gli uomini in fiere.

Alcina, sola, invoca gli spiriti malvagi.


ALCINA
S'acquieti il rio sospetto, che tormenta
il mio ben.
Vesta Ricciardo ferma spoglia.
O voi temute larve,
al noto mper scendete.
A te, figlia del sole,
porto i miei prieghi usati...

MORGANA
entrando di corsa
Ancor per poco sospendi
il suon di magiche parole!

ALCINA
Importuna: mi arresti?

MORGANA
E la tua pace, con tanta crudeltà,
comprarsi deve?

Entra Ruggiero.

ALCINA
a Ruggiero
Caro, ti vuò appagar.

RUGGIERO
Ciò basta, Alcina, più non chiede
il mio amor.
Veggo a tal segni, che Ricciardo non ami.
Or pago sono; e se fu mio rivale,
io li perdono.

MORGANA
a Ruggiero
Ama, sospira, ma non t'offende.
ad Alcina
D'amor s'accende, ma non per te.


Parte.

ALCINA
a Ruggiero
Non scorgo nel tuo viso il contento
di pria.
Di': che ti offende?

RUGGIERO
Una oziosa virtute or mi riprende.

ALCINA
Pensa a goder...

RUGGIERO
Concedimi, o regina, almen
che nel mio usbergo, faccia guerra alle fiere,
per ravvivar lo spirto mio languente.

ALCINA
Al tuo voler sempre s'unì mia mente.
Vanne; ma sia per poco:
ma pensa al mio martiro.
Temo; partir ti lascio, e ne sospiro.

RUGGIERO
Mio bel tesoro,
fedel son io,
al ben, che adoro,
all'idol mio
prometto fé,
fra sé
ma non a te.

Parte.
Entra, mesto, Oberto.


OBERTO
ad Alcina
Reina: io cerco in vano l'amato genitore!

ALCINA
Spera, Oberto, e sta lieto.

OBERTO
Oh dei! non posso.

ALCINA
Al mio materno amore
così mal corrispondi?

OBERTO
Sempre grato ti sarò,
se m'insegni il genitore.

ALCINA
fra sé
Mi fa pietade;
or si lusinghi.
ad Oberto
Ascolta; vedrai in breve tuo padre,
io tel prometto.

OBERTO
Comincia a respirar l'anima in petto.


Tra speme e timore
mi palpita il core
né so ben ancora,
s'è gioia o dolor.


Parte.

ORONTE
entrando, inquieto
Reina sei tradita.
Con segreti consigli degli ospiti malvagi
a fuggir s'apparecchia il tuo Ruggiero.

ALCINA
Numi! che intendo, Oronte?
e questo è vero?

ORONTE
Purtroppo: ed...

ALCINA
Ora intendo perché l'arme vestì;
crudei, spergiuro!
di lui, di or farne vendetta io giuro.


Ah! mio cor! schernito sei!
Stelle! Dei!
Nume d'amore!
Traditore!
T'amo tanto;
puoi lasciarmi sola in pianto,
oh dei! perché?


Ma, che fa gemendo Alcina?
Son reina, è tempo ancora:
resti o mora,
peni sempre, o torni a me.


Alcina parte, mentre Morgana ritorna.

ORONTE
a Morgana
Or che dici, Morgana?
Il tuo novello amante
con perfidia ed inganno,
t'abbandona; lo sai?

MORGANA
Noi credo, Oronte.
La gelosia ti sprona:
ma più gli affetti miei per te non sono.
Libera son, né chieggo a te perdono.


Parte sorridendo, e facendogli una gran riverenza.

ORONTE
All'offesa, il disprezzo giunge l'ingrata?
Su: coraggio, Oronte,
scaccia costei dell'alma;
e se mai torna pentita a riamarti,
delusi l'arti sue con l'istess'arti.

È' un folle, è un vii affetto,
non è la sua beltà,
che trionfar la fa
superba del mio cor.

Partito Oronte, entra Bradamante seguito da Ruggiero.

OBERTO
Ed è ver che mi narri?

BRADAMANTE
Amato Oberto, del mio cugino Astolfo,
tuo caro genitor, presto il sembiante
vedreai; e l'empia maga, che in lion lo
cangiò, errar confusa. Guarda cauto il secreto.

OBERTO
Non temer...

BRADAMANTE
Tienti pronto; or va, sta lieto.

Oberto parte.

RUGGIERO
inginocchiandosi
Eccomi a' piedi tuoi, generosa donzella,
doppio error mi fa reo...

BRADAMANTE
Scorgi, Ruggiero! serbiamo a miglior uso
tu le discolpe, io le querele. Andiamo,
temo sempre dovunque il guardo volga,
vedere Alcina ria,che mi ti tolga.

Si abbracciano.

RUGGIERO
Bradamante, cor mio!

BRADAMANTE
Ruggiero amato, fuggiam l'infame loco.

Morgana, che ha tutto ascoltato in disparte, si presenta loro infuriata.


MORGANA
a Bradamante
Mentitrice, che vuoi?
a Ruggiero
Che pensi, ingrato?
Alcina vi darà giusta mercede.
a Bradamante
Ospite ingannatrice!
a Ruggiero
Uom senza fede!


Parte sdegnata.

RUGGIERO
Verdi prati, selve amene,
perderete la beltà.
Vaghi fior, correnti rivi,
la vaghezza, la bellezza,
presto in voi si cangerà.
Versi prati, selve amene,
perderete la beltà.
E cangiato il vago oggetto,
all'orror del primo aspetto
tutto in voi ritornerà.



Stanza sotteranea delle magie, con varie figure e strumenti, che appartengono a quest'uso.

ALCINA
Ah! Ruggiero crudel, tu no mi amasti!
Ah! che fingesti ancor, e m'ingannasti!
E pur ti adora ancor fido mio core.
Ah! Ruggiero crudel! ah, traditore!

Del pallido Acheronte spiriti abitatori,
e della notte ministri di vendetta,
cieche figlie crudeli, a me venite!
Secondate i miei voti,
perché Ruggiero amato
non fugga da me ingrato.
Guarda d'intorno, sospesa.
Ma ohimé! misera!
e quale insolita tardanza?
eh! non m'udite?
Vi cerco, e vi ascondete?
Vi comando, e tacete?
Evvi inganno? evvi frode?
La mia verga fatal non ha possanza?
Vinta, delusa Alcina, e che ti avanza?

Ombre pallide, lo so, mi udite;
d'intorno errate,
e vi celate,
sorde da me:
perché? perché?

Fugge il mio bene;
voi lo fermate
deh! per pietate,
se in questa verga,
ch'ora disprezzo,
e voglio frangere,
forza non è.

Partita Alcina con impeto gettando via la verga magica, ed allora manifestandosi diversi spiriti, e fantasmi, questi formano il ballo.

Ballet:
Entrée des songes agréables
Entrée des songes funestes
Entrée des songes agréables effrayés
Le combat des songes funestes et agréables



Sinfonia

ATTO TERZO
Atrio del palagio.

ORONTE
Voglio amar e disamar, così mi piace.

MORGANA
La tua costanza?

ORONTE
E' persa.

MORGANA
La tua promessa fede? e il giuramento?

ORONTE
Questi portolli via rapido il vento.

MORGANA
Vendicarti tu vuoi d'un innocente inganno;
e pur t'adoro, Oronte, anima mia.

ORONTE
Per altra io moro.

MORGANA
Credi, ch'uno straniero poteva mai...?

ORONTE
E pur l'amasti, ingrata.
Ma più gli affetti miei per te non sono.

MORGANA
Oh, se ti offesi, mio ben, chiedo perdono.

Credete al mio dolore,
luci tiranne e care!
Languo per voi d'amore,
bramo da voi pietà.

Parte.

ORONTE
M'inganna, me n'avveggo,
e pur ancor l'adoro.
Se ben mi fu crudel, è 'I mio tesoro.

Un momento di contento
dolce rende a fido amante
tutto il pianto che versò.
Suole amore dal dolore
tirar balsamo alle pene,
a sanar, chi pria piagò.


Parte.

Ruggiero ed Alcina entrano per parte opposta.



RUGGIERO
fra sé
Molestissimo incontro!

ALCINA
Ahimè! Ruggiero, è ver, che m'abbandoni?

RUGGIERO
M'invita la virtute,
che langue nell'amore.

ALCINA
E non pensi, mio caro, al mio dolore?

RUGGIERO
Il passato suo inganno
rimira con orrore un'alma grande.

ALCINA
Ah! che sei mentitore!
Fuggi da me per darti a un'altra amante.

RUGGIERO
Quella è mia sposa.

ALCINA
Oh dei! e scordar tu mi puoi,
mia cara speme?

RUGGIERO
Dover, amor, virtù pugnano insieme.

ALCINA
Per questi sospir miei...

RUGGIERO
Li spargi al vento.

ALCINA
Ti fui sempre fedel...

RUGGIERO
Scorda il passato.

ALCINA
Ti adoro ancor.

RUGGIERO
Non è più tempo.

ALCINA
Ingrato!

RUGGIERO
Mi richiama la gloria.

ALCINA
E' un van pretesto.

RUGGIERO
Mi stimola l'onore.

ALCINA
Va: m'oltraggiasti assai: va, traditore!

Ma quando tornerai
di lacci avvinto il piè,
attendi pur da me
rigore e crudeltà.
E pur, perché t'amai,
ho ancor dite pietà.
Ancor placar mi puoi,
mio ben, cor mio; non vuoi?
Mi lascia, infido, e va!


Parte.


Melisso appare, accompagnato da Bradamante.


MELISSO
Tutta d'armate squadre l'isola è cinta,
e d'incantati mostri.

RUGGI ERO
Mi farò via col braccio.

BRADAMANTE
lo colla spada.

MELISSO
Non basta umana forza.
Prendi il Gorgoneo scudo,
prendi il destriero alato,
e a me lo presta.

RUGGIERO
Partir da te, mio ben, alma molesta.

Sta nell'Ircana pietrosa tana
tigre sdegnosa, e incerta pende,
se parte, o attende
il cacciator.

Dal teso strale
guardar si vuole;
ma poi la prole
lascia in periglio.
Freme e l'assale
desio di sangue,
pietà del figlio;
poi vince amor.


Parte in fretta.

MELISSO
a Bradamante
Vanne tu seco ancora;
dove fa seno il mare,
ed è la nave ascosa,
ambi vi attendo.

BRADAMANTE
Non partirò, se pria,
sciolto ogni infame incanto,
a chi privo ne sta vita non rendo.
Melisso parte.
All'alma fedel l'amore placato,
il fato ed il ciel promette pietà.


Parte per raggiungere Ruggiero.
Alcina entra, seguita da Oronte.


ORONTE
Niuna forza lo arresta.
Vinse Ruggiero.

ALCINA
Ahimè! perfide stelle!
Ma i miei guerrier?


ORONTE
Giaccion dispersi al suolo.

ALCINA
E i mostri miei?

ORONTE
Son vinti.

ALCINA
E quell'ingrato dunque fuggì?

ORONTE
No; l'isola minaccia.
sotto voce, mentre parte
Rende amore a costei giusta mercede;
di tanti, ch'oltraggiò miseri amanti,
vai questa pena sua tutti i loro pianti.

ALCINA
Mi restano le lagrime;
direi dell'alma i voti,
ma i dei, resi ho implacabili,
e non m'ascolta il ciel.

Potessi in onda limpida
sottrarmi ai sole, ai dì:
potessi in sasso volgermi,
che finirei così
la pena mia crudel.


Parte.



Prospetto della reggia meravigliosa di Alcina, attorniata di alberi, di statue, di obbelischi, e di trofei, con seragli di fiere, che vanno girando: ed urna rilevata nel mezzo, che racchiude la forza di tutto l'incanto.

CORO
Sin per le vie del sole
Una gloriosa prole
li volo sa drizzar.

OBERTO
Già vicino è 'i momento
di cangiar il mio duol tutto in contento;
e parmi già con amoroso core
di stringer al mio seno il genitore.

Alcina, che stava in disparte ad ascoltar, ora si presenta ad Oberto; tiene in mano un dardo.

ALCINA
Come lo sai?

OBERTO
si confonde nel rispondere
Perché il destin... i pianti... il dover...

ALCINA
Ti confondi?

OBERTO
si da coraggio
Alta Regina, io ben lo so;
me lo promise Alcina.

ALCINA
fra sé
Ah! che ancora costui pensa a miei danni.
Ingrato! or proverai gli estremi affanni.

Alcina si volge verso il seraglio delle fiere, e mormorando qualche parola, si avvanza un leone
mansueto verso Oberto, quando Alcina dà il suo dardo al medesimo, dicendogli:

Prendi il mio dardo, Oberto,
e ti difendi da quella fiera.

Il leone si conca vicino ad Oberto, e gli va lambendo i piedi.

OBERTO
Eh! mi si mostra amica.

ALCINA
Non ti fidar: l'uccidi.

OBERTO
Ah! non ho core.

ALCINA
Ubbidisci il comando.

OBERTO
fra sé
Ah! ch'io ben riconosco il genitore.

ALCI NA
Rendimi il dardo; io ferirolla appieno.

OBERTO
Crudel; l'immergerò pria nel tuo seno.


Oberto ritirandosi volge il dardo contro Alcina, mentre il leone ritorna nel seraglio.

Barbara! io ben lo so,
è quello il genitor,
che l'empio tuo furor
cangiato ha in fera.


Parte, portando via il dardo di Alcina.
Bradamante entra, accompagnata da Ruggiero.


BRADAMANTE
Le lusinghe, gl'inganni, non udir più,
mio caro sposo amato.

ALCINA
Che inganni? Anzi ho pietà;
piango il suo fato.

RUGGIERO
Non l'ascoltar.

BRADAMANTE
Detesto le sue offerte, e gli auguri.

ALCINA
a Ruggiero
Per questa cara destra...

RUGGI ERO
Ormai mi lascia.

ALCINA
a Bradamante
Bradamante, a tuoi piedi...

BRADAMANTE
A me t'invola.

ALCINA
a Ruggiero
A morir tu ten vai.


RUGGIERO
Cura è del cielo.


ALCINA
a Bradamante
Tu vedova dolente lo piangerai.

RUGGIERO
a Bradamante
Non l'ascoltar, che mente.

ALCINA
Non è amor, né gelosia,
è pietà,...

BRADAMANTE
Che ascose frodi!

ALCINA
… e desio, che lieta godi.

RUGGI ERO
Che fallaci infidi accenti!

ALCINA
Non t'offendo,...

RUGGIERO
Indegna, taci!

ALCINA
… non t'inganno!

BRADAMANTE
Iniqua, menti!

ALCINA
Cruda donna! rio tiranno!
Non voglio da voi mercé.

RUGGIERO, BRADAMANTE
Non sperar da noi mercé.

ALCINA
Non t'offendo, ecc.

BRADAMANTE
Caro sposo!

RUGGIERO
Anima mia!

ALCINA
Solo affanni, e solo pene
premio fian di vostra fé.

RUGGIERO, BRADAMANTE
Solo gioe, e solo bene
premio fian di nostra fé.

ALCINA
Non è amor né gelosia, ecc.

Entra Oronte, a cui Ruggiero rende la spada.

RUGGIERO
Prendi, e vivi, Ruggiero vuol
la tua libertà, non il tuo sangue.

ORONTE
Signor, m'è grato il dono.


RUGGIERO
Or l'urna infame si spezzi.

ORONTE
Eroico oprar.

RUGGIERO
Va, se paventi; io basto solo.

ALCINA
Ah, mio Ruggiero, che tenti?

RUGGIERO
Voglio la libertade
degl'infelici, che qui chiudi.

ALCINA
Ed io lo farò.

BRADAMANTE
Non fidarti: lascia che faccia il colpo
il braccio mio.

ALCINA
Misera, ah no!

Quando Bradamante va per spezzare l'urna, Morgana appare e le si oppone.

MORGANA
a Bradamante
Per quella vita, che tiserbai, lascia...

MELISSO
A che tardi? Struggi l'infame nido:
rendi altrui la salute!

RUGGIERO
Sì.

ORONTE
Si.

BRADAMANTE, MELISSO
Spezza, Ruggiero.

ALCINA, MORGANA
O noi perdute!


Si ritirano.

Ruggiero spezza l'urna, e subitamente precipita, e si dilegua tutto ciò che appariva all'intorno, sorgendo su quelle rovine il mare, che si vede da una vasta e sotteranea caverna, dove molti sassi si cangiano in uomini, tra quali è Astolfo, che abbraccia Oberto.

CORO
DaII'orror di notte cieca,
che ne reca
colla vita la smarrita libertà?

lo fui belva...
Io sasso...
lo fronda...
lo qui sciolto erravo in onda...

Chi ne ha resa umana voglia?
Chi ne spoglia
la già appresa ferità?



Ballet

CORO
Dopo tante amare pene
già proviam conforto all'alma;
ogni mal si cangia in bene,
ed alfin trionfa amor.
Fortunato è questo giorno,
che ne rese bella calma;
dell'inganno e insidie a scorno
già festeggia il nostro cor.