Libretto: Ernani

von Giuseppe Verdi


Personaggi:
ERNANI, Don Giovanni di Aragona, il bandito (Tenore)
DON CARLO, re di Spagna (Baritono)
DON RUY GOMEZ DE SILVA, grande di Spagna (Basso)
ELVIRA, sua nipote e fidanzata (Soprano)
GIOVANNA, di lei nutrice (Mezzosoprano)
DON RICCARDO, scudiero del re (Tenore)
JAGO, scudiero di Don Ruy Gomez (Basso)

Banditi, Cavalieri, Vassalli, Cortigiani, Principi elettori, Paggi e Dame di Corte



ATTO PRIMO - Il bandito

SCENA I
Montagne dell'Aragona.

Vedesi in lontananza il moresco castello di Don Ruy Gomez de Silva. È presso il tramonto. Coro di ribelli montanari e banditi. Mangiano e bevono: parte gioca, e parte assetta le armi


TUTTI
Evviva! … Beviamo! - Nel vino cerchiamo
almeno un piacer!
Che resta al bandito, - da tutti sfuggito,
se manca il bicchier?

CORO I
Giuochiamo, ché l'oro - è vano tesoro,
qual viene sen va.
Giuochiam, se la vita - non fa più gradita
ridente beltà!

CORO II
Per boschi e pendici - abbiam soli amici,
moschetto e pugnal.
Quand'esce la notte - nell'orride grotte
ne forman guancial.

TUTTI
Allegri!
Beviamo! … Beviam! - Nel vino cerchiam
almeno un piacer!


SCENA II
Ernani che mesto si mostra da una vetta, e detti.


TUTTI
Ernani pensoso! - Perché, o valoroso,
sul volto hai pallor?
Comune abbiam sorte, - in vita ed in morte
son tuoi braccio e cor.
Qual freccia scagliata - la meta segnata
sapremo colpir.
Non avvi mortale - che il piombo o il pugnale
non possa ferir.
Allegri!
Beviamo! … Beviam! - Nel vino cerchiam
almeno un piacer!

ERNANI
Mercè, diletti amici;
o tanto amor, mercè …
Udite or tutti del mio cor gli affanni;
e se voi negherete il vostro aiuto,
forse per sempre Ernani fia perduto …
Come rugiada al cespite
d'un appassito fiore,
d'aragonese vergine
scendeami voce al core:
fu quello il primo palpito
d'amor che mi beò.
Il vecchio Silva stendere
osa su lei la mano …
domani trarla al talamo
confida l'inumano …
Ah, s'ella m'è tolta, ah misero!
d'affanno morirò!
Si rapisca …

BANDITI
Sia rapita!
Ma in seguirci sarà ardita?

ERNANI
Me'l giurò.

BANDITI
Dunque verremo;
al castel ti seguiremo:
attorniandolo
Quando notte il cielo copra
tu ne avrai compagni all'opra;
dagli sgherri d'un rivale
ti fia scudo ogni pugnale.
Vieni, Ernani; la tua bella
de' banditi fia la stella.
Saran premio al tuo valore
le dolcezze dell'amor.

ERNANI
Dell'esiglio nel dolore
angiol fia consolator.
fra sè
(O tu che l'alma adora,
vien, la mia vita infiora;
per noi d'ogni altro bene
il loco amor terrà.
Purché sul tuo bel viso
vegga brillare il riso,
gli stenti suoi, le pene
Ernani scorderà)

BANDITI
Vieni, Ernani, la tua bella, ecc.

S'avviano al castello


SCENA III
Ricche stanze d'Elvira nel castello di Silva. È notte. Elvira è sola.


ELVIRA
Surta è la notte, e Silva non ritorna!
Ah, non tornasse ei più!
Questo odiato veglio,
che quale immondo spettro ognor m'insegue,
col favellar d'amore,
più sempre Ernani mi configge in core.
Ernani!... Ernani, involami
all'abborrito amplesso.
Fuggiam... se teco vivere
mi sia d'amor concesso,
per antri e lande inospiti
ti seguirà il mio piè.
Un Eden di delizia
saran quegli antri a me.


SCENA IV
Detta ed Ancelle, che entrano portando ricchi doni di nozze.


ANCELLE
Quante d'Iberia giovani
te invidieran, signora!
Quante ambirien il talamo
di Silva che t'adora!
Questi monili splendidi
lo sposo ti destina;
tu sembrerai regina
per gemme e per beltà.
Sposa domani in giubilio
te ognun saluterà.

ELVIRA
M'è dolce il volto ingenuo
che il vostro cor mi fa.
fra sé
(Tutto sprezzo che d'Ernani
non favella a questo core,
non v'ha gemma che in amore
possa l'odio tramutar.
Vola, o tempo, e presto reca
di mia fuga il lieto istante!
Vola, o tempo, al core amante
è supplizio I'indugiar)

ANCELLE
(Sarà sposa, non amante
se non mostra giubilar)

Partono. Entra Don Carlo, seguito da Giovanna


SCENA V
Carlo e Giovanna


CARLO
a Giovanna
Fa che a me venga … e tosto.

GIOVANNA
Signor, da lunghi giorni
pensosa ognora, ogni consorzio evita …
è Silva assente.

CARLO
Intendo.
Or m'obbedisci.

GIOVANNA
Sia.

Parte


SCENA VI
Carlo


CARLO
Perché Elvira rapì la pace mia?
Io l'amo … e il mio potere … I'amor mio
ella non cura … ed io
preferito mi veggo
un nemico giurato, un masnadiero …
quel cor tentiam, una sol volta ancora.


SCENA VII
Detto ed Elvira


ELVIRA
Sire! … fia ver? voi stesso! … ed a quest'ora?

CARLO
Qui mi trasse amor possente.

ELVIRA
Non m'amate... voi mentite...

CARLO
Che favelli?... Un re non mente.

ELVIRA
Da qui dunque ora partite.

CARLO
Vieni meco…

ELVIRA
… Tolga Iddio!

CARLO
Vien, mi segui, ben vedrai
quant'io t'ami …

ELVIRA
… E l'onor mio?

CARLO
Di mia Corte onor sarai.

ELVIRA
No! … cessate …

CARLO
E un masnadiero
fai superbo del tuo cor?

ELVIRA
Ogni cor serba un mistero...

CARLO
Quello ascolta del mio cor.
Da quel dì che t'ho veduta
bella come un primo amore,
la mia pace fu perduta,
tuo fu il palpito del core.
Cedi, Elvira, a' voti miei:
puro amor desio da te;
ah, gioia e vita essere tu dÍi
del tuo amante, del tuo re.

ELVIRA
Fiero sangue d'Aragona
nelle vene a me trascorre...
lo splendor d'una corona
leggi al cor non puote imporre...
Aspirar non deggio al trono,
né i favor vogl'io d'un re.
L'amor vostro, o Sire, è un dono
troppo grande o vil per me.

CARLO
Cedi, Elvira, a' voti miei, ecc.
afferrandole un braccio

Non t'ascolto … mia sarai …
vien, mi segui.

ELVIRA
fieramente dignitosa
Il re dov'è? …
Nol ravviso …

CARLO
Lo saprai.

ELVIRA
strappandogli dal fianco il pugnale
So che questo basta a me.
Mi lasciate, o d'ambo il core
disperata ferirò.

CARLO
Ho i miei fidi...

ELVIRA
Quale orrore!


SCENA VIII
Detti ed Ernani che viene da un uscio segreto e va a porsi tra loro.


ERNANI
Fra quei fidi io pur qui sto.

CARLO
Tu se' Ernani! … mel dice lo sdegno
che in vederti quest'anima invade:
tu se' Ernani! … il bandito, l'indegno
turbatore di queste contrade …
A un mio cenno perduto saresti …
va … ti sprezzo, pietade ho di te.
Pria che l'ira in me tutta si desti
fuggi, o stolto, I'offeso tuo re.

ERNANI
a Carlo
Me conosci? … Tu dunque saprai
con qual odio t'abborra il mio core …
beni, onori rapito tu m'hai,
dal tuo morto fu il mio genitore.
Perché l'ira s'accresca ambi amiamo
questa donna insidiata da te.
In odiarci e in amor pari siamo;
vieni adunque, disfidoti, o re. ecc.

ELVIRA
entrando disperata fra loro col pugnale sguainato
No, crudeli, d'amor non m'è pegno
l'ira estrema che v'arde nel core...
Perché al mondo di scherno far segno
di sua casa, d'Elvira l'onore?
S'anco un gesto vi sfugga, un accento,
qui trafitta cadrò al vostro piè.
No, quest'alma in sì fiero momento
non conosce l'amante né il re. ecc.

CARLO
Fuggi, o stolto, l'offeso tuo re.
Stolto! Va! … Va, pietade ho di te.
A un mio cenno perduto saresti, ecc.


SCENA IX
Detti e Silva, seguito poscia dai suoi Cavalieri e da Giovanna con le Ancelle. Carlo starà in modo da non essere facilmente riconosciuto da Silva. Elvira cerca di ricomporsi, e cela il pugnale.


SILVA
Che mai vegg'io! Nel penetral più sacro
di mia magione, presso a lei che sposa
esser dovrà d'un Silva,
due seduttori io scorgo?
Entrate, olà, miei fidi cavalieri.
Entrano cavalieri e famigli, Giovanna ed Ancelle
Sia ognun testimon del disonore,
dell'onta che si reca al suo signore.
fra sé
(Infelice! … e tuo credevi
sì bel giglio immacolato! …
Del tuo crine fra le nevi
piomba invece il disonor.
Ah! perché l'etade in seno
giovin core m'ha serbato!
Mi dovevan gli anni almeno
far di gelo ancora il cor)
a Carlo ed Ernani
L'offeso onor, signori,
inulto non andrà.
Scudieri, I'azza a me, la spada mia …
I'antico Silva vuol vendetta, e tosto …
Infin che un brando vindice
resta al vegliardo ancora;
saprà l'infamia tergere
o vinto al suol cadrà!
Me fa tremante il subito
sdegno che mi divora...
cercando il sen del perfido
la man non tremerà.

CORO
Lo sdegno suo reprimere
quel nobil cor non sa.

SILVA
Uscite …

ERNANI
Ma, signore …

SILVA
Non un detto ov'io parlo …

CARLO
Signor duca …

SILVA
Favelleran le spade; uscite, o vili.
a Carlo
E tu … per primo … vieni.


SCENA X
Detti, Jago e Don Riccardo.


JAGO
Il regale scudiero Don Riccardo.

SILVA
Ben venga, spettator di mia vendetta.

RICCARDO
indicando Carlo, al cui fianco prende posto
Sol fedeltate e omaggio al re si spetta.
Giovanna, Silva, Jago, servitori
Oh cielo! è desso il re!!!

ELVIRA E ERNANI
fra loro
Io tremo, sol per te!
Riccardo
Omaggio al re!

CARLO
Io sono il re!

CARLO
a Riccardo
Vedi come il buon vegliardo
or del cor l'ira depone;
lo ritorna alla ragione
la presenza del suo re.

RICCARDO
a Carlo, sottovoce
Più feroce a Silva in petto
de' gelosi avvampa il foco,
ma dell'ira or prende loco
il rispetto pel suo re.

SILVA
(Ah! dagl'occhi un vel mi cade!
Credo appena a' sensi miei;
sospettare io non potei
la presenza del mio re!)

ELVIRA E ERNANI
Io tremo sol per te!

GIOVANNA, JAGO, SERVITORI
fra loro
Ben di Silva mostra il volto,
I'aspra guerra che ha nel core,
pure ei frena tal furore
in presenza del suo re.

ERNANI
piano ad Elvira
M'odi, Elvira; al nuovo sole
saprò tòrti a tanto affanno;
ma resisti al tuo tiranno,
serba a Ernani la tua fe'. ecc.

ELVIRA
piano ad Ernani
Tua per sempre …o questo ferro
può salvarmi dai tiranni! …
M'è conforto negli affanni
la costanza di mia fe'. ecc.

SILVA
Sospettare io non potei
la presenza del mio re, ecc.

RICCARDO, CARLO, GIOVANNA, SERVITORI
Lo ritorna alla ragione
la presenza del suo re, ecc.

JAGO
Ah, pure ei frena tal furore,
in presenza del suo re, ecc.

SILVA
a Carlo, piegando in ginocchio
Mio signor, dolente io sono …

CARLO
Sorgi, amico, io ti perdono.

SILVA
Questo incognito serbato …

CARLO
Ben lo veggo, t'ha ingannato.
appressandoglisi confidente
Morte colse l'avo augusto,
or si pensa al successore …
La tua fe' conosco e il core …
vo' i consigli d'un fedel.

SILVA
Mi fia onore … onor supremo …

CARLO
forte, per esser inteso da tutti
Se ti piace, il tuo castel
questa notte occuperemo.

SILVA
Sire, esulto! …

ELVIRA ed ERNANI
(Che mai sento!)

CARLO
ad Ernani
(Vo' salvarti …) Sul momento
a Silva, indicando Ernani
questo fido partirà.

ELVIRA
tra sé
(Sentì il ciel di me pietà!)

ERNANI
fissando Carlo
(Io tuo fido? Il sarò a tutte l'ore
come spettro che cerca vendetta.
Dal tuo ucciso il mio padre l'aspetta;
I'ombra irata placare saprò.
L'odio inulto, che m'arde nel core,
tutto spegnere alfine potrò)

ELVIRA
piano ad Ernani
Fuggi, Ernani, ti serba al mio amore.
Fuggi, fuggi quest'aura funesta...
Qui, lo vedi, qui ognun ti detesta:
Va'... un accento tradire ti può.
Come tutto possiedi il mio core,
la mia fede serbarti saprò.

ERNANI
fra sé
L'ombra irata placare saprò, ecc.

CARLO
a Silva e Riccardo
Più d'ogni astro vagheggio il fulgore
di che splende cesarea corona;
se al mio capo il destino la dona
d'essa degno mostrarmi saprò.
La clemente giustizia e il valore,
meco ascendere in trono farò, ecc.

SILVA e RICCARDO
a Carlo
Nel tuo dritto confida, o signore:
è d'ogni altro più sacro e più giusto.
No, giammai sovra capo più augusto,
mai de' Cesari il lauro posò.
Chi d'Iberia possiede l'amore,
quello tutto del mondo mertò. ecc.

GIOVANNA ed ANCELLE
fra loro
Perché mai dell'etade in sul fiore,
perché Elvira smarrita ed oppressa,
or che il giomo di nozze s'appressa
non di gioia un sorriso mostrò?
Ben si vede... l'ingenuo suo core,
simulare gli affetti non può. ecc.

JAGO e CAVALIERI
fra loro
Silva in gioia cangiato ha il furore:
tutta lieta or si vede quell'alma,
come in mare ritoma la calma
quando l'ira de' venti passò.
La dimora del re, nuovo onore
al castello di Silva apportò. ecc.

ELVIRA
a Ernani
Come tutto possiedi il mio core,
la mia fede serbarti saprò, ecc.

ERNANI
fra sé
(L'odio inulto che m'arde nel core
tutto spegnere alfine potrò, ecc.

ATTO SECONDO - L'ospite

SCENA I
Magnifica sala nel palazzo di Don Ruy Gomez de Silva. Porte che mettono a vari appartamenti. Intorno alle pareti veggonsi disposti entro ricche cornici, sormontate da corone ducali e stemmi dorati, i ritratti della famiglia di Silva. Presso ciascun ritratto vedesi collocata una completa armatura equestre, corrispondente all'epoca in cui il dipinto personaggio viveva. Avvi pure una
ricca tavola con presso un seggiolone ducale di quercia.

Cavalieri e Paggi di Don Ruy, Dame, Damigelle di Elvira riccamente abbigliate.


TUTTI
Esultiamo! Letizia ne innondi!
Tutto arrida di Silva al castello;
no, di questo mai giorno più bello,
dalla balza d'oriente spuntò.
Esultiamo! Esultiam!

DAME
Quale fior che le aiuole giocondi,
olezzando dal vergine stelo,
cui la terra vagheggia ed il cielo,
è d'Elvira la rara beltà.

CAVALIERI
Tale fior sarà colto, adorato,
dal più bello e gentil cavaliere,
ch'ora vince in consiglio e sapere
quanti un dì col valore eclissò.

TUTTI
Sia il connubio, qual merta, beato,
e se lieto esser possa di prole,
come in onda ripetesi il sole,
de' parenti abbia senno e beltà.
Esultiamo! Esultiam!


SCENA II
Detti, Jago, e Silva, che pomposamente vestito da grande di Spagna, va a sedersi sul seggiolone ducale.


SILVA
Jago, qui tosto il pellegrin adduci.

Jago esce, e tosto compare Ernani sulla porta vestito da pellegrino

ERNANI
Sorrida il cielo a voi.

SILVA
T'appressa, o pellegrin … chiedi, che brami?

ERNANI
Chieggo ospitalità.

SILVA
indicando i quadri
Fu sempre sacra a' Silva, e lo sarà.
Qual tu sia, donde venga,
io già saper non voglio.
Ospite mio sei tu, ti manda Iddio …
disponi.

ERNANI
A te, signor, mercè.

SILVA
Non cale; qui l'ospite è signor.


SCENA III
S'apre la porta dell'appartamento di Elvira, ed ella entra in ricco abbigliamento nuziale, seguita dai giovani Paggi ed Ancelle.


SILVA
a Ernani
Vedi? La sposa mia s'appressa.

ERNANI
Sposa!

SILVA
a Ernani
Fra un'ora …
a Elvira
A che d'anello e di ducal corona,
non t'adornasti, Elvira?

ERNANI
Sposa!! Fra un'ora!!! Adunque
di nozze il dono io voglio offrirti, o duca.

SILVA
Tu?

ERNANI
Sì.

ELVIRA
(Che intendo!)

SILVA
E quale?

ERNANI
gettando il travestimento
Il capo mio.

ELVIRA
(Ernani egli è!)
Gran Dio!

ERNANI
Oro, quant'oro ogni avido
puote saziar desìo,
a tutti v'offro, abbiatelo
prezzo del sangue mio.
Mille guerrier m'inseguono,
siccome belva i cani …
sono il bandito Ernani,
odio me stesso e il dì.

ELVIRA
(Ohimè, ohimè, si perde il misero!)

SILVA
a' suoi
Smarrita ha la ragione.

ERNANI
I miei dispersi fuggono,
vostro son io prigione,
al re mi date, e premio …

SILVA
Ciò non sarà, lo giuro;
rimanti qui sicuro.
Silva giammai tradì, ecc.

ELVIRA
Ohimè, si perde il misero, ohimè!, ecc.

ERNANI
Al re mi date, mi date al re, ecc.

SILVA
In queste mura ogn'ospite
ha i dritti d'un fratello.
Olà, miei fidi, s'armino
le torri del castello.
a Elvira
Seguitemi.

Accenna ad Elvira di entrar nelle sue stanze con le Ancelle, e seguito da' suoi parte


SCENA IV
Elvira, partito Silva, fa alcuni passi per seguire le Ancelle, indi si ferma e, uscite quelle, torna ansiosa ad Ernani, che sdegnosamente la respinge.


ERNANI
Tu, perfida …
Come fissarmi ardisci?

ELVIRA
A te il mio sen,
ferisci, ma fui
e son fedel, sì.
Fama te spento credere,
fece dovunque...

ERNANI
Spento!
Io vivo ancora!

ELVIRA
mostrandogli il pugnale celato
Memore del fatto giuramento,
sull'ara stessa estinguere
me di pugnal volea, ah …
piangendo
non sono rea come tu sei crudel.

ERNANI
Tergi il pianto,
mi perdona, fu delirio.
T'amo, sì, t'amo ancor.

ELVIRA
Caro accento!
Al cor mi suona
più potente del dolor.

ELVIRA ed ERNANI
a due
Ah, morir, potessi adesso,
o mio Ernani (mia Elvira), sul tuo petto.
Preverrebbe questo amplesso
la celeste voluttà.
Solo affanni il nostro affetto
sulla terra a noi darà.


SCENA V
Silva, che vedendoli abbracciati si scaglia furibondo tra loro, col pugnale alla mano, e detti.


SILVA
Scellerati, il mio furore
non ha posa, non ha freno;
strapperò l'ingrato core,
vendicarmi saprò almeno.


SCENA VI
Jago frettoloso, e detti.


JAGO
Alla porta del castello
giunse il re con un drappello.
Vuole ingresso …

SILVA
dopo aver pensato, dice:
S'apra al re.

Jago parte


SCENA VII
Silva, Elvira ed Ernani.


ERNANI
Morte invoco or io da te.

SILVA
No, vendetta più tremenda
vo' serbata alla mia mano;
ad Ernani
vien, ti cela, ognuno invano
rinvenirti tenterà.
A punir l'infamia orrenda
Silva solo basterà.

ELVIRA ed ERNANI
La vendetta più tremenda,
su me compia la tua mano,
ma con lui/lei ti serba umano,
abbi un'aura di pietade.
L'ira tua su me sol penda;
colpa in lui/lei no giuro non v'ha.

SILVA
A punir l'infamia orrenda
Silva solo basterà.

Ernani entra in un nascondiglio apertogli da Silva dietro il proprio ritratto.
Elvira si ritira nelle sue stanze.



SCENA VIII
Silva, Don Carlo, Don Riccardo con seguito di Cavalieri.


CARLO
Cugino, a che munito il tuo castel ritrovo?
Silva s'inchina senza parlare
Rispondimi.

SILVA
Signore …

CARLO
Intendo … Di ribellione l'idra,
miseri conti e duchi, ridestate …
Ma veglio anch'io, e ne' merlati covi
quest'idre tutte soffocar saprò,
e covi e difensori abbatterò.
Parla …

SILVA
Signore, i Silva son leali.

CARLO
Vedremo … De' ribelli
l'ultima torma, vinta, fu dispersa;
il capo lor bandito,
Ernani, al tuo castello ebbe ricetto.
Tu me'l consegna, o il foco, ti prometto,
qui tutto s'appianerà!
S'io fede attenga, tu saper ben puoi.

SILVA
Nol niego, è ver
tra noi un pellegrino giunse,
ed ospitalità chiese per Dio;
tradirlo non degg'io.

CARLO
Sciagurato!
E il tuo re tradir vuoi tu?

SILVA
Non tradiscono i Silva.

CARLO
Il capo tuo,
o quel d'Ernani io voglio.
Intendi?

SILVA
Abbiate il mio.

CARLO
Tu, Don Riccardo,
a lui togli la spada.
agli altri, mentre Riccardo eseguisce
Voi, del castello,
ogni angolo cercate,
scoprite il traditore.

SILVA
Fida è la rocca come il suo signore.

parte de' Cavalieri escono


SCENA IX
Don Carlo, Silva, Don Riccardo e parte de' Cavalieri.


CARLO
con fuoco, a Silva
Lo vedremo, veglio audace,
se resistermi potrai,
se tranquillo sfiderai,
la vendetta del tuo re.
Essa rugge sul tuo capo;
pensa pria che tutto scenda,
più feroce, più tremenda
d'una folgore su te.

SILVA
No, de' Silva il disonore
non vorrà d'Iberia un re.

CARLO
Il tuo capo, o il traditore,
altro scampo, no, non v'è.


SCENA X
Cavalieri che rientrano portando fasci d'armi, e detti.


CORO
Fu esplorata del castello
ogni latebra più occulta;
tutto invano, del ribello
nulla traccia si scoprì.
Fur le scolte disarmate;
l'ira tua non andrà inulta,
ascoltar non dÍi pietade
per chi fede, onor tradì.

CARLO
Fra tormenti parleranno,
il bandito additeranno.


SCENA XI
Elvira che esce precipitosamente dalle sue stanze seguita da Giovanna e Ancelle, e detti.


ELVIRA
gettandosi ai piedi di Carlo
Deh, cessate … in regal core
non sia muta la pietà.

CARLO
sorpreso
Tu me'l chiedi? Ogni rancore
rialzandola
per Elvira tacerà.
a Silva
Della tua fede statico,
questa donzella sia.
Mi segua … o del colpevole …

SILVA
No, no; ciò mai non fia.
Deh, sire, in mezzo all'anima
non mi voler ferir …
Io l'amo … al vecchio misero
solo conforto è in terra …
non mi volerla togliere …
pria questo capo atterra …

CARLO
Adunque, Ernani?

SILVA
Seguati,
la fè non vo' tradir.

CORO
Ogni pietade è inutile,
t'è forza l'obbedir.

CARLO
ad Elvira
Vieni meco, sol di rose
intrecciarti ti vo' la vita;
vieni meco, ore penose
per te il tempo non avrà.
Tergi il pianto, o giovinetta,
dalla guancia scolorita;
pensa al gaudio che t'aspetta,
che felice ti farà.

GIOVANNA ed ANCELLE
(Ciò la morte a Silva affretta
più che i danni dell'età. ecc.)

RICCARFO e CAVALIERI
a Elvira
Credi, il gaudio che t'aspetta
te felice renderà, ecc.

SILVA
(Sete ardente di vendetta,
Silva appien ti appagherà, ecc.)

ELVIRA
(Ah, la sorte che m'aspetta
il mio duolo eternerà, ecc.)

CARLO
Ah, vieni meco, sol di rose, ecc.

Il Re parte col suo seguito, seco traendo Elvira appoggiata al braccio di Giovanna;
le Ancelle entrano nelle stanze della loro signora



SCENA XII
Silva


SILVA
Dopo avere veduto immobile partire il re col suo seguito
Vigili pure il ciel sempre su te.
L'odio vivrà in cor mio pur sempre, o re.

Corre alle armature che sono presso i ritratti, ne trae due spade,
e va quindi ad aprire il nascondiglio di Ernani



SCENA XIII
Ernani e detto


SILVA
Esci … a te … scegli … seguimi.

ERNANI
Seguirti?... dove?

SILVA
Al campo.

ERNANI
Nol vo' … nol deggio …

SILVA
Misero!
Di questo acciaro al lampo
impallidisci? … Seguimi.

ERNANI
Mel vietan gli anni tuoi.

SILVA
Vien, ti disfido, o giovane;
uno di noi morrà.

ERNANI
Tu m'hai salvato, uccidimi,
Ma ascolta, per pietà!

SILVA
Morrai …

ERNANI
Morrò, ma pria
l'ultima prece mia …

SILVA
Volgerla a Dio tu puoi.

ERNANI
No … la rivolgo a te.

SILVA
Parla…
(ho l'inferno in me)

ERNANI
Ah, una sol volta, un'ultima
fa ch'io la vegga …

SILVA
Chi?

ERNANI
Elvira.

SILVA
Or, or partì:
seco la trasse il re.

ERNANI
Vecchio, che mai facesti?
Nostro rivale egli è.

SILVA
Oh, rabbia! … Il ver dicesti?

ERNANI
L'ama.

SILVA
furente per la scena
Vassalli, all'armi!

ERNANI
A parte dêi chiamarmi
di tua vendetta

SILVA
No.
Te prima ucciderò.

ERNANI
Teco la voglio compiere,
poscia m'ucciderai.

SILVA
La fè mi serberai?

ERNANI
Gli consegna un corno da caccia
Ecco il pegno: nel momento
in che Ernani vorrai spento,
se uno squillo intenderà
tosto Ernani morirà.

SILVA
A me la destra … giuralo.

ERNANI
Pel padre mio lo giuro.

ERNANI e SILVA
a due
Iddio n'ascolti, e vindice
punisca lo spergiuro;
l'aura, la luce manchino,
sia infamia al mentitor.

Esiste un finale ampliato con aria e cabaletta di Ernani


SCENA XIV
I cavalieri di Silva entrano frettolosamente


CAVALIERI
Salvi ne vedi, e liberi
a' cenni tuoi, signor.

SILVA
L'ira mi torna giovane,
s'insegua il rapitor.

ERNANI e SILVA
In arcione, cavalieri;
armi, sangue, vendetta.

CAVALIERI
Pronti vedi li tuoi cavalieri,
per te spirano sangue, vendetta.

ERNANI e SILVA
Sangue, sangue, vendetta, vendetta;
Silva stesso ti guida, v'affretta,
premio degno egli darvi saprà.

CAVALIERI
Sangue, sangue, vendetta, vendetta;
se di Silva la voce gli affretta,
più gagliardo ciascuno sarà!

ERNANI e SILVA, CAVALIERI
brandendo le spade
Questi brandi, di morte forieri,
d'ogni cor troveranno la strada.
Chi resister s'attenti, pria cada,
fia delitto il sentire pietà.


Finale
comprendente aria e cabaletta di Ernani,
scritto da Verdi per il tenore Nicolai Ivanov - Parma, 1845


SCENA XIV
Jago, Silva


JAGO
D'Ernani i fidi chiedono
parlare al duca lor.

SILVA
Or ben. Fa che avanzino
Infiamma il loro ardor.


SCENA XV
Ernani


ERNANI
Padre, con essi intrepido
m'avrai vendicator.
Odi il voto, o grande Iddio,
che al tuo soglio un cor ti porta;
deh, ti piaccia il brando mio
di quel sangue dissetar.
Nell'angoscia del mio core
questo è sol che mi conforta:
del trafitto genitore
l'ombra inulta alfin placar.


SCENA XVI
Ernani, Banditi


CORO di BANDITI
Vieni, con te dividere
vogliamo gioie e pene;
imponi, e come folgori
teco saprem pugnar.

ERNANI
Verrete voi? Giuratelo!

CORO di BANDITI
Giuriam sul nostro acciar!

ERNANI
Ah!
Sprezzo la vita: né più m'alletta
che per la speme della vendetta
gioia del forte che non rifiuta
per lei morir.

CORO
È la vendetta gioia del forte
per la vendetta bello è il morir.

tutti partono, brandendo le spade

ATTO TERZO - La clemenza

SCENA I
Sotterranei sepolcrali che rinserrano la tomba di Carlo Magno in Acquisgrana.
A destra dello spettatore avvi lo stesso monumento con porta di bronzo, sopra la quale leggesi in lettere cubitali l'iscrizione "Karolo Magno": in fondo scalea che mette alla maggior porta del sotterraneo, nel quale si vedranno altri minori sepolcri; sul piano della scena altre porte che conducono ad altri sotterranei.
Due lampade pendenti dal mezzo spandono una fioca luce su quegli avelli. Don Carlo e Don Riccardo avvolti in ampi mantelli oscuri entrano guardinghi dalla porta principale. Don Riccardo precede con una fiaccola.
Carlo, Riccardo


CARLO
È questo il loco?

RICCARDO
Sì …

CARLO
È l'ora?

RICCARDO
È questa.
Qui s'aduna la lega...

CARLO
… che contro me cospira!
Degli assassini al guardo
l'avel mi celerà di Carlo Magno.
E gli elettor?

RICCARDO
Raccolti,
cribrano i dritti a cui spetti del mondo
la più bella corona, il lauro invitto
de' Cesari decoro.

CARLO
Lo so. Mi lascia …
Riccardo va per partire
Ascolta:
se mai prescelto io sia,
tre volte il bronzo ignivomo
dalla gran torre tuoni.
Tu poscia scendi a me; qui guida Elvira.

RICCARDO
E vorreste?

CARLO
Non più … Fra questi avelli
converserò co' morti
e scoprirò i ribelli.

Don Riccardo parte


SCENA II
Carlo


CARLO
Gran Dio! costor sui sepolcrali marmi
affilano il pugnal per trucidarmi.
Scettri! … dovizie! … onori! …
bellezza! … gioventù! … che siete voi?
Cimbe natanti sovra il mar degl'anni,
cui l'onda batte d'incessanti affanni,
finch è giunto allo scoglio della tomba
con voi nel nulla il nome vostro piomba!
Oh, de' verd'anni miei
sogni e bugiarde larve,
se troppo vi credei,
l'incanto ora disparve.
S'ora chiamato sono,
al più sublime trono,
della virtù com'aquila
sui vanni m'alzerò, ah,
e vincitor de' secoli
il nome mio farò.

Apre con chiave la porta del monumento di Carlo Magno e vi entra


SCENA III
Schiudonsi le porte minori del sotterraneo, e vi entrano guardinghi ed avvolti
in grandi mantelli i Personaggi della Lega portando fiaccole.


CORO I
Ad augusta!

CORO II
Chi va là?

CORO I
Per angusta!

CORO II
Bene sta.

TUTTI
Per la lega santo ardor
l'alme invada, accenda i cor.


SCENA IV
Detti, Silva, Ernani e Jago vestiti come i primi.


SILVA, ERNANI e JAGO
a tre
Ad augusta!

CORO
Per angusta!

SILVA, ERNANI e JAGO
a tre
Per la lega …

CORO
Santa e giusta!

TUTTI
Dalle tombe parlerà
del destin la volontà.

SILVA
salendo sopra una delle minori tombe
All'invito manca alcuno?

LEGA
Qui codardo havvi nessuno.

SILVA
Dunque svelisi il mistero:
Carlo aspira al sacro impero.

JAGO e CORO
Spento pria qual face cada.
Tutti spegono contro terra le faci
Dell'iberica contrada
Franse i dritti … s'armerà
ogni destra che qui sta.

SILVA
Una basti … la sua morte
ad un sol fidi la sorte.

Ognuno trae dal seno una tavoletta, v'incide col pugnale la propria cifra, e la getta in un avello scoperchiato

CORO
È ognun pronto in ogni evento …
a ferire od esser spento.
Silva si appressa lentamente all'avello, ne cava una tavoletta; tutti ansiosi lo circondano
Qual si noma?

SILVA
Ernani.

JAGO e LEGA
È desso!!!

ERNANI
con trasporto di giubilo
Oh, qual gaudio m'è concesso!!!
Padre, ah, padre!

JAGO e CORO
Se cadrai,
vendicato ben sarai.

SILVA
sottovoce ad Ernani
L'opra, o giovine, mi cedi.

ERNANI
Me sì vile, o vecchio, credi?

SILVA
La tua vita, gli aver miei
io ti dono...

ERNANI
No.

SILVA
mostrandogli il corno
Potrei
ora astringerti a morir.

ERNANI
No, no, vorrei prima ferir.

SILVA
Dunque, o giovane, t'aspetta
la più orribile vendetta.

TUTTI
Noi fratelli in tal momento
stringa un patto, un giuramento.

Tutti si abbracciano, e nella massima agitazione traendo le spade prorompono nel seguente inno

CORO
Si ridesti il Leon di Castiglia
e d'Iberia ogni monte, ogni lito
eco formi al tremendo ruggito,
come un dì contro i Mori oppressor.
Siamo tutti una sola famiglia,
pugnerem colle braccia, co' petti;
schiavi inulti più a lungo e negletti
non sarem finché vita abbia il cor.
Morte colga o n'arrida vittoria,
pugnerem, ed il sangue de' spenti
nuovo ardir ai figliuoli viventi,
forze nuove al pugnare darà.
Sorga alfine radiante di gloria,
sorga un giomo a brillare su noi …
sarà Iberia feconda d'eroi,
dal servaggio redenta sarà.


SCENA V
Don Carlo alla porta del monumento, e detti.


CORO
S'ode un colpo di cannone
Qual rumore!!
Altro colpo di cannone, e la porta del monumento si apre
Che sarà?
Il destin si compirà.
Terzo colpo di cannone, e Don Carlo si mostra sulla soglia
Carlo Magno imperator!!
atterriti

CARLO
picchia tre volte col pomo del pugnale sulla porticella di bronzo, poi esclama con terribile voce:
Carlo Quinto, o traditor!


SCENA VI
S'apre la gran porta del sotterraneo, e allo squillar delle trombe entrano sei Elettori vestiti di broccato d'oro seguiti da Paggi che portano sovra cuscini di velluto lo scettro, la corona e le altre insegne imperiali. Ricco corteo di Gentiluomini e Dame Alemanne e Spagnole circonda l'imperatore. Fra le ultime vedesi Elvira seguita da Giovanna. Nel fondo saranno spiegate le bandiere dell'impero, e molte fiaccole portate da soldati illumineranno la scena. Don Riccardo è alla testa del corteggio.


RICCARDO
L'elettoral consesso v'acclamava
augusto imperatore,
e le cesaree insegne,
o Sire, ora v'invia.

CARLO
agli elettori
La volontà del ciel sarà la mia.
Questi ribaldi contro me cospirano.
ai congiurati
Tremate, o vili, adesso?
E tardi! … tutti in mano mia qui siete …
la mano stringerò, tutti cadrete.
Dal volgo si divida
alle guardie che eseguiscono, lasciando Ernani tra il volgo
solo chi è conte o duca,
prigion sia il volgo, ai nobili la scure.

ERNANI
Decreta dunque, o re, morte a me pure.
avanzando fieramente fra i nobili e scoprendosi il capo
Io son conte, duca sono
di Segorbia, di Cardona …
Don Giovanni d'Aragona
riconosca ognun in me.
Or di patria e genitore
mi sperai vendicatore …
non t'uccisi … t'abbandono
questo capo …il tronca, o re.

CARLO
Sì, cadrà …con altri appresso.

ELVIRA
gettandosi ai piedi di Carlo
Ah! Signor, se t'è concesso
il maggiore d'ogni trono,
questa polvere negletta
or confondi col perdono …
sia lo sprezzo tua vendetta
che il rimorso compirà.

CARLO
Taci, o donna.

ELVIRA
Ah no, non sia.
Parlò il ciel per voce mia,
virtù augusta è la pietà.
Si alza

CARLO
concentrato, fissando la tomba di Carlo Magno
O sommo Carlo, - più del tuo nome
le tue virtudi - aver vogl'io,
sarò, lo giuro - a te ed a Dio,
delle tue gesta - imitator.
dopo qualche pausa
Perdono a tutti - (mie brame ho dome).
guidando Elvira tra le braccia di Ernani
Sposi voi siate, - v'amate ognor.
A Carlo Magno - sia gloria e onor.

TUTTI
Sia lode eterna - Carlo, al tuo nome.
Tu, re clemente - somigli a Dio,
perché l'offesa - coprì l'oblio,
perché perdoni - agli offensor.
Il lauro augusto - sulle tue chiome
acquista insolito - divin fulgor.
A Carlo Quinto - sia gloria e onor. ecc.

SILVA
(Oh mie speranze - vinte, non dome,
tutte appagarvi - saprò ben io;
per la vendetta, - per l'odio mio
avrà sol vita - in seno il cor.
Canute gli anni - mi fer le chiome;
ma inestinguibile - è il mio livor...
Vendetta gridami - l'offeso onor. ecc.)

CARLO
Sarò, lo giuro - a te ed a Dio,
delle tue gesta - imitator.
A Carlo Magno - sia gloria e onor! ecc.

ATTO QUARTO - La maschera

SCENA I
Terrazzo nel palazzo di Don Giovanni d'Aragona in Saragozza.
A destra ed a manca sonvi porte che mettono a vari appartamenti; il fondo è chiuso da cancelli, attraverso i quali vedonsi i giardini del palazzo illuminati e parte di Saragozza. Nel fondo a destra dello spettatore avvi una grande scalea che va nei giardini. Da una scala a sinistra di chi guarda odesi la lieta musica delle danze.
Gentiluomini, Dama, Maschere, Paggi ed Ancelle vanno e vengono gaiamente tra loro discorrendo.


TUTTI
Oh, come felici - gioiscon gli sposi!
saranno quai fiori - cresciuti a uno stel.
Cessò la bufera - dei dì procellosi;
sorrider sovr'essi - vorrà sempre il ciel.


SCENA II
Comparisce una Maschera tutta chiusa in nero domino, che guarda impaziente d'intorno, come chi cerca con premura alcuno.


CORO I
Chi è costui che qui s'aggira
vagolando in nero ammanto?

CORO II
Sembra spettro che un incanto
dalle tombe rivocò.

CORO I
attorniando la maschera
Par celare a stento l'ira.

CORO II
Ha per occhi brage ardenti.

TUTTI
Vada, fugga dai contenti,
che il suo aspetto funestò.

La Maschera, dopo qualche atto di minacciosa collera, s'invola alla comune curiosità, scendendo ne' giardini


SCENA III
Sopraggiungono altre Maschere dalla sala da ballo.


TUTTI
Sol gaudio, sol festa - qui tutto risuoni,
palesi ogni labbro - la gioia del cor!
Qui solo di nozze - il canto s'intuoni …
un nume fe' paghe - le brame d'amor.

Tutti partono, la musica delle danze tace; si spengono le faci e tutto resta in un profondo silenzio.


SCENA IV
Elvira ed Ernani vengono dalla sala da ballo, avviandosi alla destra dello spettatore, ov'è la stanza nuziale.


ERNANI
Cessaro i suoni, disparì ogni face,
di silenzii e mistero amor si piace.
Ve' come gli astri stessi, Elvira mia,
sorrider sembrano al felice imene …

ELVIRA
Così brillar vedeali
di Silva dal castello, allor che mesta
io ti attendeva... e all'impaziente core
secoli eterni rassembravan l'ore.
Or meco alfin sei tu …

ERNANI
E per sempre.

ELVIRA
O gioia!

ERNANI
Sì, sì, per sempre tuo …
Elvira e Ernani
Fino al sospiro estremo
un solo core avremo.

S'ode un lontano suon di corno

ERNANI
(Maledizion di Dio!)

ELVIRA
Il riso del tuo volto fa ch'io veda.

S'ode altro suono

ERNANI
(Ah, la tigre domanda la sua preda!)

ELVIRA
spaventata
Cielo! … Che hai tu? … Che affanni! …

ERNANI
delirante
Non vedi, Elvira, un infernal sogghigno,
che me, tra l'ombre, corruscante irride?...
È il vecchio! … il vecchio! … mira! …

ELVIRA
Ohimè, smarrisci i sensi!

I suoni ingagliardiscono appressandosi

ERNANI
(Egli mi vuole!) Ascolta, o dolce Elvira …
solo ora m'ange una ferita antica …
Va tosto per un farmaco, o diletta …

ELVIRA
Ma tu, signor! …

ERNANI
Se m'ami, va, t'affretta.

Elvira va nelle stanze nuziali


SCENA V
Ernani


ERNANI
Tutto ora tace intorno;
forse fu vana illusion la mia!...
Il cor, non uso ad esser beato,
sognò forse le angosce del passato.
Andiam …

Va per seguire Elvira


SCENA VI
Detto e Silva mascherato.


SILVA
fermandosi a capo della scala
T'arresta.

ERNANI
spaventato
(È desso!
Viene il mirto a cangiarmi col cipresso!)

SILVA
mostrandogli il corno
Ecco il pegno: nel momento
in che Ernani vorrai spento,
se uno squillo intenderà
tosto Ernani morirà.
appressandoglisi e smascherandosi
Sarai tu mentitor? …

ERNANI
Ascolta un detto ancor!
Solingo, errante, misero,
fin da' prim'anni miei,
d'affanni amaro un calice,
tutto ingoiar dovei.
Ora che alfine arridere
mi veggo il ciel sereno,
lascia ch'io libi almeno
la tazza dell'amor.

SILVA
fieramente presentandogli un pugnale e un veleno
Ecco la tazza … scegliere,
ma tosto, io ti concedo.

ERNANI
Gran Dio!

SILVA
Se tardi od esiti …

ERNANI
Ferro e velen qui vedo!
Duca … rifugge l'anima ….

SILVA
Dov'è l'ispano onore,
spergiuro, mentitore? …

ERNANI
Ebben … porgi … morrò!

Prende il pugnale


SCENA ULTIMA
Detti ed Elvira dalle stanze nuziali.


ELVIRA
ad Ernani
Ferma, crudele, estinguere
perché vuoi tu due vite?
a Silva
Quale d'Averno demone
ha tali trame ordite?
Presso al sepolcro mediti,
compisci tal vendetta! …
La morte che t'aspetta,
o vecchio, affretterò.
Va per iscagliarlisi contro, poi s'arresta
Ah, ma che diss'io? perdonami …
L'angoscia in me parlò.

SILVA
È vano, o donna, il piangere …
È vano … io non perdono.

ERNANI
(La furia è inesorabile)

ELVIRA
a Silva
Figlia d'un Silva io sono.
Io l'amo … indissolubile
nodo mi stringe a lui.

SILVA
con feroce ironia
L'ami! … morrà costui,
per tale amor morrà.

ELVIRA
Per queste amare lagrime
di me, di lui pietà.

ERNANI
Quel pianto, Elvira, ascondimi …
ho d'uopo di costanza …

ELVIRA
Pietà!

ERNANI
L'affanno di quest'anima
ogni dolore avanza …

ELVIRA
Di lui, di me pietade.

ERNANI
Un giuramento orribile
ora mi danna a morte.

ELVIRA
Pietà!

SILVA
No.

ERNANI
Fu scherno della sorte
la mia felicità.

ELVIRA
Di lui, di me pietà!

SILVA
Morrà … morrà, per tale amor morrà!
È vano, o donna, il piangere …
è vano … io no, non perdono.
Sì, per tale amor morrà!

ERNANI
Non ebbe di noi miseri,
non ebbe il ciel pietà.

SILVA
appressandoglisi minaccioso
Se uno squillo intenderà
tosto Ernani morirà.

ERNANI
Intendo … intendo … compiasi
il mio destin fatale.

Si pianta il pugnale nel petto

ELVIRA
Che mai facesti, ahi misero?
Ch'io mora! … a me il pugnale …

SILVA
No, sciagurata … arrestati,
il delirar non vale …

ERNANI
Elvira! … Elvira! …

ELVIRA
Attendimi …
Sol te seguir desio …

ERNANI
Vivi … d'amarmi e vivere …
cara … t'impongo … addio …

ELVIRA ed ERNANI
Per noi d'amore il talamo
di morte fu l'altar.

SILVA
(Delle vendette il demone
qui venga ad esultar)

ERNANI
Elvira, Elvira, addio!

ELVIRA
Attendimi.

SILVA:
(Qui venga!)

Ernani spira ed Elvira sviene.