Synopsis: Oberon

von Carl Maria von Weber


ATTO PRIMO
Nel palazzo di Oberon, fate ed elfi cullano il sonno del loro re (“Leicht, wie Feentritt nur geht”, introduzione). Il fedele Puck, spirito alato al servizio di Oberon, rievoca la lite tra il suo signore e la moglie Titania. I due sposi si sono ripromessi di non riconciliarsi prima d’aver trovato una coppia di mortali fedeli, disposti ad affrontare, per amore, ogni insidia. Svegliatosi, Oberon maledice il giuramento (“Schreckensschwur! Dein wildes Quälen”). Puck gli racconta le traversie del cavaliere Huon, condannato da Carlomagno a penetrare nella reggia di Bagdad, ad assassinarvi il dignitario assiso alla sinistra del califfo e a baciare in pubblico Reiza, la figlia di quest’ultimo. Oberon ordina a Puck di portagli con la magia Huon, che, insieme allo scudiero Sherasmin, è partito per la sua impresa: all’intrepido cavaliere mostra in sogno Reiza e fa sì che i due si innamorino a vicenda (visione: “Warum mußt du schlafen, o Held voll Muth?”). Incoraggiato Huon a compiere la sua missione, Oberon gli regala un corno magico ed, evocati elfi e geni (coro: “Ehre und Heil dem, der treu ist und brav!”), lo trasporta magicamente sul Tigri, nei pressi di Bagdad. L’eroe si prepara alla lotta cantando il suo amore per Reiza (“Von Jugend auf in dem Kampfgefild’“). Nell’harem di Bagdad, Reiza si dispera: benché sia innamorata del giovane apparsole in sogno, dovrà sposare l’odiato Babekan. È però avvertita dalla fedele Fatima che Huon è già arrivato a Bagdad. La ragazza lo attende con impazienza (finale: “Eil’, edler Held! Befreie dir”).

ATTO SECONDO
Si prepara intanto la cerimonia nuziale di Reiza: un coro esalta la gloria del califfo (“Ehre sei dem mächt’gen Kalifen und Preis!”) e un balletto prepara l’arrivo di Reiza. A quel punto, però, irrompono Huon e il suo scudiero. Il cavaliere uccide Babekan, seduto accanto al califfo, stringe a sé Reiza e immobilizza tutti i presenti col suono del corno magico di Oberon. I due amanti fuggono insieme, seguiti dallo scudiero Sherasmin e da Fatima. Una volta che questi ultimi si sono promessi il mutuo affetto nel giardino del palazzo (Fatima: “Arabiens einsam Kind”), i quattro fuggiaschi prendono la via del mare (“Über die blauen Wogen”). Su comando di Oberon e con l’aiuto degli spiriti «dell’aria, della terra e del mare», Puck provoca una tempesta, che getta la nave dei fuggitivi sulla spiaggia (“Geister der Luft und Erd’ und See!”). Dalla caverna dove sono stati scaraventati, Huon prega per la vita della svenuta Reiza (“Vater! Hör’ mich fleh’n zu dir!”), che prontamente rinviene. Mentre il cavaliere si è allontanato in cerca di aiuto, Reiza, che sta meditando sull’accaduto (“Ozean! Du Ungeheuer! Schlangengleich”), vede approdare una scialuppa di pirati: vano è l’intervento di Huon per impedire il rapimento della ragazza. Al termine della lotta appare Oberon, che ordina a Puck di attendere una settimana e quindi di trasportare Huon a Tunisi, nei giardini dell’emiro Almanzor. Mentre il sole tramonta, la scena si popola di elfi e s’ode il canto fatato delle sirene (finale: “O wie wogt es sich schön auf der Fluth”).

ATTO TERZO
Dopo il naufragio Fatima e Sherasmin sono stati venduti all’emiro di Tunisi, al cui servizio lo scudiero è diventato giardiniere. La ragazza, che ricorda con nostalgia la patria (“Arabien, mein Heimatland”), viene consolata affettuosamente da Sherasmin (duetto “An dem Strande der Garonne”). Sotto la guida di Puck è frattanto arrivato Huon, cui lo scudiero racconta tutto l’accaduto e suggerisce di fingersi anch’egli giardiniere (terzetto “So muß ich mich verstellen!”). Nell’harem Reiza, sconsolata, rifiuta le profferte amorose dell’emiro (cavatina “Traure, mein Herz, um verschwundenes Glück!”) e gli sfugge. La moglie ripudiata di Almanzor, Roshana, giura vendetta. Huon è stato intanto condotto da una schiava alla camera di Roshana: il cavaliere dapprima crede di poter incontrare Reiza (rondò “Ich jub’le in Glück und Hoffnung neu!”), quindi scopre l’equivoco. La donna gli offre il suo amore se l’aiuterà a uccidere il marito. Huon rifiuta, ma Roshana evoca una schiera di seducenti fanciulle e schiave danzanti per circuirlo (“Für dich hat Schönheit sich geschmücket”). Giunge in quel mentre l’emiro, che crede la moglie infedele e condanna a morte il presunto seduttore. Huon è condannato al rogo, ma Sherasmin recupera il corno magico e si appresta, con l’aiuto di Fatima, a correre in suo soccorso. L’emiro risponde alle suppliche di Reiza condannando anche lei a morte. L’esecuzione viene però impedita dal suono del corno fatato, che costringe gli astanti a una danza sfrenata. Compaiono allora Oberon e sua moglie Titania, lieti perché il loro piano è andato a buon fine (finale: “Horch! Welch Wunderklingen?”). Per incanto si viene trasportati nel palazzo imperiale di Carlomagno: Huon ha trionfato in tutte le prove e rende omaggio al suo signore. Il coro finale esalta il valore dell’eroe e la bellezza di Reiza (“Heil sei dem Helden und seinem Schwert”).