Venezia, 1457: Jacopo Foscari, figlio del doge Francesco, è rientrato illegalmente nella sua città, da dove era stato ingiustamente esiliato, reo di avere ucciso due congiunti di Jacopo Loredano, suo implacabile accusatore. La sentenza, pronunciata dal Consiglio dei Dieci, riconferma la precedente. Mentre Jacopo vuole dare un ultimo sguardo alla patria, la moglie Lucrezia, cui neppure il disperato doge può prestare aiuto, decide di appellarsi al Consiglio; ma tutto è inutile: invano Lucrezia chiede di poter seguire, insieme ai figli, il marito nell’esilio. Mentre Venezia è in festa e Jacopo, che sente approssimarsi la morte, si appresta a partire, giunge un messaggero, con la notizia che il vero colpevole ha confessato. Ma Jacopo muore, provato da tante amarezze, e il vecchio Foscari – cui il Consiglio, esprimendo un ipocrita cordoglio, ha chiesto di abdicare – si spegne, oppresso dallo sdegno per l’imminente elezione del nuovo doge.